Stato dei lavori
Prove tecniche di bilancio
CLEAR LIFE: è nato il piano dei conti ambientali |
Quali dati deve contenere il bilancio ambientale di un determinato Comune o
di una certa Provincia? Come costruire un documento che rispecchi le esigenze
e le priorità dellamministrazione locale e che monitori le politiche?
Quali caratteristiche deve avere perché sia approvato insieme al bilancio
tradizionale?
La risposta a queste domande è nel neonato piano dei conti
targato CLEAR LIFE, una sorta di grande matrice in cui le politiche attuate
da ciascun ente partner vengono raggruppate in macrosettori di competenza, specificate
nel dettaglio degli impegni e delle attività messi in atto e infine affiancate
da indicatori fisici e monetari in grado di monitorare gli effetti delle azioni.
Solo per fare un esempio, il piano dei conti si presenta un po come le
tabelle del bilancio dello Stato. È infatti un insieme di tabelle, una
per ciascuna competenza locale afferente allambiente, che contengono informazioni
su cosa è stato fatto (o sarà fatto, nel caso del bilancio preventivo)
in un determinato settore per il miglioramento e la salvaguardia delle risorse
naturali e degli ecosistemi. Mentre la struttura delle tabelle è uguale
per tutti gli enti partner, i contenuti ovviamente cambiano, in relazione agli
obiettivi e alle priorità di ciascuna amministrazione.
Il piano dei conti costituirà lossatura del bilancio ambientale,
che gli enti partner del progetto CLEAR approveranno entro i primi mesi del
2003.
Su che cosa rendicontare? Una scoperta: lambiente è trasversale
Le competenze locali registrate nel piano dei conti sono 8 per i Comuni
(verde pubblico e privato, mobilità sostenibile, sviluppo urbano, risorse
idriche, rifiuti, energia, informazione e partecipazione, altri piani e attività
di gestione ambientale) e 9 per le Province (attività produttive, risorse
idriche, tutela e gestione dellambiente naturale, rifiuti, inquinamento
atmosferico acustico elettromagnetico ed energia, educazione e informazione,
mobilità sostenibile, gestione del territorio e uso del suolo, sistema
di gestione ambientale interno allente e altri ambiti).
Si tratta di una scelta effettuata dai gruppi di lavoro sulla base della rilevanza
ambientale delle competenze che spettano per legge rispettivamente ai Comuni
e alle Province e motivata dalla necessità di circoscrivere, per il primo
anno di sperimentazione, gli ambiti di rendicontazione del bilancio ambientale.
Ogni competenza si suddivide a sua volta in ambiti e sottoambiti di rendicontazione,
ottenuti incrociando i 10 indicatori di sostenibilità della Valutazione
Ambientale Strategica (VAS) con le competenze.
Ad esempio, per la competenza verde pubblico dei Comuni, i criteri di sostenibilità
della VAS sono: conservare e migliorare lo stato della flora e della fauna
selvatiche, degli habitat e dei paesaggi (criterio n. 4) e conservare
e migliorare la qualità dellambiente locale (criterio n.
7). Gli ambiti di rendicontazione governo del verde pubblico, governo
del verde privato, governo dei sistemi naturali, prevedono
quindi una serie di sottoambiti che vanno dalla manutenzione, allincremento,
alla riqualificazione delle aree verdi e raccolgono le azioni e gli impegni
dellente per le aree a verde pubblico e privato e per i sistemi naturali
del territorio.
Questa è, in estrema sintesi, la struttura del piano dei conti.
Ma cosa inserire nelle caselle? Cosa fa effettivamente un Comune o una Provincia
in ciascun settore di competenza? E cosa incide sullambiente?
Per rispondere a queste domande, e definire nel dettaglio le politiche e le
azioni che il Comune o la Provincia mettono in atto, gli staff dedicati alla
sperimentazione hanno lavorato in collaborazione con gli assessori e con i dirigenti
degli assessorati coinvolti: il Bilancio, i Trasporti, i Lavori pubblici, le
Attività produttive. Uno degli assunti del progetto, infatti, era quello
di rilevare gli aspetti ambientali delle diverse politiche, senza cadere nel
tranello di considerare ambientali solo le competenze dirette degli assessorati
allambiente e allecologia. La scoperta, dunque, riguarda lamministrazione:
lambiente è una materia trasversale. Ed è proficuo contaminare
con lambiente gli altri assessorati, per gestire meglio il ciclo delle
risorse, finanziarie e naturali.
Mettere a fuoco le priorità
Seguendo le linee guida per la sperimentazione definite dal documento
di facilitazione, per definire politiche e attività già
attuate (bilancio consuntivo) o da attuare (bilancio preventivo), gli staff
di sperimentazione (composti di consulenti e dipendenti comunali e/o provinciali)
hanno esaminato i documenti di bilancio, i documenti di programmazione, i piani
esecutivi di gestione, i piani regolatori, i piani provinciali di coordinamento
territoriale e ogni altro documento di pianificazione e programmazione approvato
dalle giunte e dai consigli comunali e provinciali.
Da questa prima analisi è nato un elenco molto lungo di attività,
azioni e impegni di spesa in corso di attuazione da parte dellente locale,
suddiviso solo per settore di competenza (e soprannominato scherzosamente dagli
addetti ai lavori lelencone).
Il passo successivo è stato quello di individuare il bandolo della
matassa, cioè le priorità politiche dintervento
sempre legate agli obiettivi programmatici di ciascuna amministrazione
locale, attraverso incontri e interviste con gli assessori e i dirigenti. Le
fasi di questo lungo e laborioso lavoro sono raccontate e documentate da Andrea
Caldelli, Susanna Ferrari e Giovanni Ferrari.
Il piano dei conti non è dunque solo un elenco, ma costituisce una griglia
di lettura degli obiettivi e delle politiche del Comune o della Provincia, attraverso
la quale comprendere (nel tempo) finalità, gerarchie dintervento,
risultati.
Indicatori fisici, indicatori monetari e riclassificazione
del bilancio
Come misurare lefficacia e lefficienza ambientale delle diverse
politiche? Dopo aver riempito le caselle degli ambiti e dei sottoambiti di rendicontazione
del piano dei conti, è necessario scegliere indicatori fisici e monetari
in grado di rilevare andamento e risultati delle azioni e quindi di fornire
informazioni preziose agli amministratori e ai cittadini.
La filosofia del progetto CLEAR è quella di segnare il passaggio
dal laboratorio alle istituzioni, cioè di concentrare lattenzione
sulla necessità di produrre subito una cassetta degli attrezzi
per gli amministratori, invece di ricercare strumenti di rilevazione perfetti.
Per questo le linee guida per la sperimentazione CLEAR LIFE indicano un percorso
preciso, che consiste nello scegliere le informazioni di natura fisica più
adeguate nellambito della messe di dati già prodotti grazie alle
Relazioni sullo stato dellAmbiente, alle Agende 21 locali, al programma
sui 10 indicatori di sostenibilità della Commissione Europea.
Ogni ente partner ha quindi scelto i propri indicatori fisici sulla base di
quelli già in suo possesso, e li ha associati alle politiche, alle attività,
agli impegni. Come indicatori comuni, che verranno definiti compiutamente solo
al termine del progetto nella fase di redazione dei principi, sono stati consigliati
gli 11 indicatori dellUnione Europea Towards a local sustainability
profile - european common indicators, di cui 5 sono considerati obbligatori
e 6 opzionali .
Il piano dei conti conterrà anche indicatori monetari. I partner hanno
infatti effettuato la riclassificazione del bilancio consuntivo secondo il modello
EPEA (Environmental Protection Expenditure Account) di analisi della spesa per
la protezione dellambiente, messo a punto dallistituto di statistica
europeo Eurostat, che consente di estrapolare e di esaminare la componente di
spesa dedicata allambiente. In alcuni casi, lindicatore grezzo di
priorità politica sarà costituito inoltre dalla spesa sostenuta
per un determinato settore di competenza.