Aspetti metodologici per la valutazione economica dei beni ambientali con particolare riferimento al bosco di montagna

di Geremia Gios e Ilaria Goio1

 

Nel presente articolo viene brevemente presentato un esempio, applicato alla foresta, di calcolo di alcune componenti del cosiddetto valore economico totale (VET). Quest’ultimo, come noto, è costituito dall’insieme dei flussi di utilità che una data risorsa naturale o assimilabile al naturale2 produce annualmente. Risulta in tal modo possibile la valutazione delle modalità gestionali e delle soluzioni di politica economica più opportune, in un’ottica di sostenibilità.

Valore economico totale

Per consentire una valutazione di fatto ed un monitoraggio oggettivo delle politiche e dei percorsi verso la sostenibilità una strada alternativa o complementare, a seconda dei casi, riscontrabile in letteratura, alla costruzione di set di indicatori di tipo fisico, che risultano complessi, scarsamente definiti e soggetti a numerose critiche, è rappresentata dal calcolo del valore economico totale (VET).

Il VET nasce come tentativo di superare la tradizionale valutazione economica dei beni ambientali, incentrata essenzialmente sui benefici che essi producono per gli utilizzatori, integrandola con i cosiddetti benefici intrinseci, che dovrebbero rappresentare il valore attribuito all’esistenza in sé della fauna, della flora, dei beni ambientali, indipendentemente da una loro eventuale utilizzazione (Bresso M., 1993). Il valore economico totale persegue, dunque, l’obiettivo di valutare economicamente tutte le funzioni (che interessino o meno il mercato) delle risorse naturali.

Nella definizione del VET possono essere utilizzati approcci differenziati. In particolare, è possibile distinguere tra approccio razionalista, approccio incrementale e approccio misto (Buttoud G., 2002). Quantunque il primo presenti numerose difficoltà di ordine operativo va osservato che lo stesso non è solo quello maggiormente utilizzato attualmente in Europa, ma rappresenta anche la metodologia più idonea per ottenere risultati comparabili nel tempo e nello spazio. Particolarmente interessante risulta la versione additiva che si basa sulla misurazione del valore totale e dell’utilità globale del bene ambientale come somma degli specifici valori relativi ad ogni singola funzione assolta dal medesimo.

Valore economico totale e foresta

Nel caso della foresta al fine di arrivare ad una quantificazione del valore economico totale è necessario tener presente da un lato la multifunzionalità, vale a dire la circostanza che il bosco è in grado di fornire contemporaneamente molteplici beni e servizi e, dall’altro, che alcune delle funzioni svolte presentano le caratteristiche dei beni privati mentre altre si presentano come beni pubblici o misti (Merlo M., 1991). Ora è noto che per questi ultimi non si ha un mercato e la valutazione del valore deve pertanto essere basata su tecniche specifiche, diverse da quelle usuali basate sulla rilevazione di prezzi e quantità.

Nell’ottica dell’applicazione della versione additiva dell’approccio razionalista, il primo passo da fare è quello dell’individuazione di tutte le possibili componenti del VET stesso. Nel caso di un’ipotetica foresta alpina tali componenti, in prima approssimazione e operando in un contesto certo, possono essere distinte in:

valori d’uso diretto: valori legati all’utilità percepita dai consumatori con la fruizione del bene;

valori d’uso indiretto: relativi alle funzioni di sostegno alla vita e di controllo dell’inquinamento svolte dall’eco-sistema;

valori di non uso: valori in alcun modo legati all’uso.

A questi, in un quadro di incertezza, possono essere aggiunti:

valore d'opzione;

valore di quasi opzione.

Più nello specifico, in relazione alle singole componenti elementari i diversi aspetti che si ritiene meritevoli di considerazione sono riportati nelle tabelle seguenti, con l’avvertenza che le esemplificazioni hanno solo un valore indicativo e non presentano, quindi, alcuna pretesa di esaustività.

È noto (Gios G. e Notaro S., 2001, Bishop R.C. e Romano D., 1998) che uno dei vantaggi del VET è che le diverse componenti del medesimo possono essere stimate indipendentemente le une dalle altre anche con metodi tra loro diversi. Si tratta quindi di selezionare, all’interno del vasto panorama di metodologie proposte in letteratura, le più idonee a stimare le componenti di interesse.

 

Tabella 1: Valori d’uso diretto3

   

Þ con consumo evidente della risorsa (a11) = prelievo di una risorsa per un consumo immediato: raccolta del legname e di altri prodotti della foresta

 

Þ valori in situ (a1) = esiste contiguità con la risorsa

 

   

Þ senza consumo evidente della risorsa (a12) = uso della risorsa a scopo ricreativo o di svago senza un suo consumo materiale: valore paesaggistico ricreativo

VALORE D’USO DIRETTO

   
   

Þ con consumo evidente della risorsa (valori di produzione) (a21) = prelievo della risorsa per l’utilizzo come fattore di produzione in altri beni: valore di principi medicinali contenuti nelle piante forestali

 

Þ valori ex situ (a2) = non esiste relazione immediata con la risorsa

 
   

Þ senza consumo evidente della risorsa (valori d’uso vicari) (a22) = relativo alla fruizione ex situ della risorsa: documentario naturalistico

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Tabella 2: Valori d’uso indiretto

 

Þ attività di protezione (b1) = svolte dagli agenti economici per contenere l’impatto economico dei processi di produzione e consumo (attività di prevenzione o ripristino): spese per la bonifica ed il recupero di zone degradate in seguito alla distruzione di una foresta; costi per il rimpianto di una foresta (senza arrivare a ricreare la biodiversità originaria);

VALORE D’USO

INDIRETTO

Þ attività compensative di difesa (b2) = per rimediare ad un’esternalità negativa prima che si trasformi in un danno irreversibile: costi sostenuti per porre rimedio al dissesto idrogeologico conseguente la deforestazione; costi sostenuti per ottenere una depurazione dell’aria paragonabile a quella svolta naturalmente dalla foresta;

 

Þ attività di compensazione del danno (b3) = costi per compensare un individuo o un bene per i danni subiti: compensazione ai residenti per i danni derivanti dalla riduzione della piovosità conseguente la distruzione della foresta, compensazione a tutta la popolazione mondiale per i danni derivanti dall’aumento della nell’aria conseguente la distruzione della foresta;

 

Tabella 3: Valori di non uso

Valore vicario (c1)

Si riferisce alla valutazione di una risorsa non basata su considerazioni d’uso personale, ma sull’opportunità che altre persone, contemporanee al valutatore, possano utilizzare il bene in questione: desiderio di salvaguardare la foresta alpina per consentire alle popolazioni locali di continuare la vita tradizionale.

Valore di lascito (c2)

Le persone della generazione attuale desiderano trasmettere alle generazioni future una dotazione il più possibile intatta delle risorse attuali: desiderio di trasmettere a figli e nipoti un ecosistema forestale integro.

Valore di esistenza (c3)

Si fonda sul Q-altruismo, detto anche altruismo intrinseco, il quale si basa sulla conoscenza (da parte dell’uomo) che la risorsa Q, in se stessa, beneficia dal rimanere il più a lungo possibile indisturbata, integra nella sua funzionalità. In tal caso il ruolo riservato all’essere umano è quello di dare voce a questo diritto intrinseco di esistenza, la "titolarità" del quale appartiene alla risorsa: mantenimento dell’ecosistema forestale onde consentire la permanenza delle diverse specie (anche se sconosciute).

 

 

Tabella 4: Valori in condizioni di incertezza

Valore di opzione (d1)

L’ammontare massimo che i non utenti di una risorsa sono disposti a pagare per mantenere nel tempo l’opzione, la facoltà di scelta, di poter usufruire in futuro della risorsa: mantenimento della foresta per poterla visitare in futuro.

Valore di quasi-opzione (d2)

Il beneficio associato al rinvio di una decisione di consumo irreversibile di una risorsa in presenza d’incertezza riguardo ai benefici derivati dalla sua preservazione: mantenimento dell’ecosistema forestale per i benefici ancora non conosciuti che potrebbero derivare dalle piante officinali.

 

 

 

Tabella 5: Metodologie applicate o proposte per la stima delle componenti del VET della foresta alpina4

   

Foreste

Componenti VET

Prodotti e servizi

Liguria

Comune d’Oulx

Friuli

Trentino

a11

Legname

Valore reale Valore potenziale

Valore reale Valore potenziale

Valore reale

Valore reale

 

Prodotti sottobosco

Valore reale Valore potenziale

Valore monetario Produzione raccolta

Valore monetario Produzione raccolta/valore permessi

Valore permessi

 

Pascolo

Valore reale Valore potenziale

n. capi monticati reddito lordo standard

Non considerato

Non considerato

 

Fauna selvatica

Valore reale Valore potenziale

Valore potenziale

Non considerato

Valutazione contingente

a12

Paesaggistico/ ricreativo

Costo viaggio/ valutazione contingente

Meta-analisi

Costo del viaggio

Valutazione contingente

a21

Non considerato

Non considerato

Non considerato

Non considerato

Non considerato

a22

Non considerato

Non considerato

Non considerato

Non considerato

Non considerato

b11 e b12

Non considerato

Non considerato

Non considerato

Non considerato

Non considerato

b21

Tutela idrogeologica

Costo opportunità/valore surrogazione

Valore surrogazione

Valore surrogazione

Valore surrogazione

b22

Non considerato

Non considerato

Non considerato

Non considerato

Non considerato

b31

Non considerato

Non considerato

Non considerato

Non considerato

Non considerato

b32

Costo riduzione CO2

Costo opportunità fissazione 1 t. CO2

Costo opportunità fissazione 1 t. CO2

Costo opportunità fissazione 1 t. CO2

Costo opportunità fissazione 1 t. CO2

c1

Non considerato

Non considerato

Non considerato

Non considerato

Non considerato

c2

Non considerato

Non considerato

Non considerato

Non considerato

Valutazione contingente

c3

Non considerato

Non considerato

Non considerato

Non considerato

Valutazione contingente

d1 e d2

Non considerato

Non considerato

Non considerato

Non considerato

Non considerato

 

A titolo esemplificativo, per stimare alcune delle componenti del VET in aree forestali alpine sono state proposte o utilizzate quelle riportate nella tabella 5.

Date la complessità e le difficoltà che si incontrano nel tentativo di stimare il VET, fino ad ora questo è stato empiricamente calcolato solo per alcune componenti e solo per specifici siti. Si è dell’avviso, tuttavia, che dato l’interesse verso questo tipo d’informazioni entro breve tempo la quantità di ricerche condotte sarà tale da consentire di estendere tramite l’utilizzo di opportune tecniche, quali la meta-analisi, i risultati ottenuti all’insieme delle foreste alpine.

Una volta stimata, attraverso una idonea metodologia, ciascuna delle componenti del valore economico totale, dovremmo essere in grado di esprimere una migliore valutazione della risorsa forestale, non soltanto in senso produttivo, ma anche in senso ambientale e quindi in un’ottica multifunzionale.

Alcuni risultati

Pur se le applicazioni dei metodi soprarichiamati risultano ancora in un numero ridotto, i primi risultati appaiono quanto mai interessanti. A titolo d’esempio vengono riportati (si veda la tabella 6) i valori stimati recentemente per alcune componenti del VET in due indagini condotte in Piemonte ed in Friuli. Come si può facilmente notare i valori assoluti stimati risultano profondamente diversi. Ciò è dovuto in parte alle diverse caratteristiche delle foreste analizzate, in parte alle differenti metodologie utilizzate ed in parte al parzialmente diverso significato attribuito al contenuto delle singole componenti del VET stesso.

Si è dell’avviso che i valori delle due indagini riportate possano rappresentare rispettivamente il valore superiore e quello inferiore entro cui collocare il VET di tutte le diverse foreste alpine. Per l’interpretazione corretta di tale dato va, inoltre, tenuto presente che quelli riportati sono flussi annui di reddito relativi solo ad alcune, sia pure le più importanti, delle componenti del VET. Per ottenere il "valore" complessivo della foresta sarebbe, quindi, necessario da un lato cercare di stimare anche le rimanenti componenti, dall’altro attualizzare i flussi annui così ottenuti.

Tabella 6: Valori stimati5

   

Foreste Comune d’Oulx

Foreste Friuli

Funzione forestale

Valore economico anno/ha (€)

%

Valore economico anno/ha (€)

%

a11

Legname

40,01

12,4

137,4

6,2

 

Sottobosco

33,48

10,4

27,9

1,3

 

Pascolo

2,70

0,8

-

-

 

Fauna selvatica

1,45

0,4

-

-

a12

Paesaggistico-ricreativo

55,16

17,1

158,9

7,2

b21

Protezione idrogeologica

183,28

56,7

1.864,5

84,2

b32

Stabilizzazione climatica

7,36

2,3

24,9

1,1

Totale

 

323,44

100,0

2.213,5

100,0

Conclusioni

Stimolante diventa, a questo punto, analizzare le implicazioni che tali valutazioni hanno in termini di gestione della risorsa foresta/legno nelle Alpi. In proposito, senza alcuna pretesa di essere esaustivi, si avanzano alcune considerazioni, partendo dall’osservazione che se è vero che i dati riportati sono molto diversi quando considerati in valore assoluto, è altrettanto vero che considerando l’incidenza percentuale si può notare che i "prodotti" della foresta che siamo abituati a considerare (legname, sottobosco, caccia, pascolo) rappresentano, in ogni caso, solo una minima parte dei flussi d’utilità che la foresta annualmente produce. Se così è sono da approfondire almeno tre problemi: i rapporti con la tecnologia, le modalità di gestione, i flussi di compensazione tra soggetti che ricavano benefici e quelli che sopportano costi.

Particolare attenzione dovrà essere riservata alla tecnologia, in quanto è noto che le risorse locali possono rimanere competitive in un contesto globale solo se le tecnologie con le quali le stesse vengono "estratte" ed immesse nel circuito produttivo risultano particolarmente efficaci. Garantire la sostenibilità significa allora non riprodurre i modelli del passato bensì rinvenire e selezionare, all’interno del ventaglio complessivo di tecnologie possibili e potenziali, quelle che possono consentire, da un lato, un aumento dell’efficienza senza portare a riduzioni nello stock delle risorse naturali stesse o a scelte irreversibili e, dall’altro, un miglioramento delle caratteristiche qualitative.

Data la difficoltà di reperire tecnologie e modelli organizzativi ad hoc, di vitale importanza risulterà l’individuazione di quelle tecnologie che meglio si prestano a subire un processo di adattamento al contesto locale, che valorizzino quindi le risorse endogene, naturali e umane, evitando così che l’innovazione tecnologica si tramuti in una condizione di dipendenza dalle regioni centrali.

Dal punto di vista delle modalità di gestione va da sé che le informazioni ricavabili da una quantificazione delle diverse componenti del valore economico totale rendono evidente che, se i dati dianzi richiamati venissero confermati da ulteriori indagini, sarebbe necessario ripensare alle modalità di gestione in atto nelle foreste alpine. Infatti, pur se i principi della selvicoltura naturalistica che implicitamente tengono conto della multifunzionalità nelle foreste alpine sono già applicati da tempo, è evidente che il peso relativo delle diverse "utilità" prodotte dalla foresta stessa non può che portare a modificare almeno parzialmente gli obiettivi di gestione. Così ad esempio nei casi in cui la componente paesaggistico-ricreativa assuma un’importanza rilevante è necessario avere modalità di gestione e coltivazione diverse da quelle adottabili nel caso in cui risulti più importante la produzione di legname.

 

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