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Esperienze di contabilità ambientale territoriale

di Stefania Borghini (ARPA Lazio) e Federica Ranghieri (Ranghieri & Associati srl)

 

La contabilità ambientale pubblica e i suoi strumenti

Nonostante la continua crescita della popolarita dello strumento "contabilità ambientale" è tuttora difficile riuscire a mettere d'accordo teorici e utilizzatori su una sua definizione univoca. Generalmente negli ambiti statistici e teorici in cui questo strumento è stato definito, studiato e accompagnato dalle prime sperimentazioni, si è posto l'accento sulla necessità di creare un linguaggio comune e rigoroso, al fine di produrre informazioni affidabili e comparabili nel tempo e nello spazio, attraverso gli anni e le diverse nazioni. Gli utilizzatori, d'altra parte, sono sempre stati interessati alla funzionalità immediata dello strumento, che per prima cosa deve permettere una maggiore trasparenza nella comunicazione con i propri stakeholder, una crescente affidabilità delle decisioni e dei controlli, senza per questo aumentare i costi in modo insostenibile.
È logico quindi che, passando da un livello all'altro, si continui ad assistere a uno snaturamento del concetto originario che è stato creato per un mondo di simili (le imprese) mentre nella realtà, soprattutto quando sperimentato su enti locali, si trova a essere applicato a strutture profondamente diverse, complesse e spesso organizzate secondo logiche che sono piú legate alla crescita disordinata delle agglomerazioni urbane e alle decisioni politiche, che non alla gestione ambientale. Volendo fare un paragone con la piú anziana contabilità economica, è come se si volessero mettere insieme la contabilità fiscale e civilistica con la contabilità analitica e industriale: sono elementi profondamente diversi, in quanto perseguono finalità primarie dissimili (garanzia della veridicità correttezza, comparabilità e continuità dell'informazione la prima e maggiore capacità di decisione, gestione e controllo interni l'altra), pur traendo vita dalla medesima radice.
Occorre allora focalizzare l'attenzione con sempre maggior veemenza sul mantenimento della coerenza di questa radice, e non voler a tutti i costi adattare strumenti nati per altre finalità, quali quelle nobili della statistica, a realtà territoriali dove è necessario creare dei piú completi e affidabili segnali per la determinazione delle politiche non solo ambientali, quali ad esempio la determinazione delle tariffe di un servizio pubblico.
Partendo da questo concetto, allora, la domanda è: come ritrovare la radice comune? La contabilità ambientale in tutte le sue applicazioni si mostra come una disciplina, un metodo e uno strumento per la rilevazione, archiviazione, organizzazione, produzione e rappresentazione di dati e informazioni ambientali di tipo fisico (parametri atti a misurare gli inquinanti immessi nell'ecosistema e la qualità delle risorse naturali) e/o monetario (spese e investimenti per la protezione dell'ambiente ed effetti patrimoniali indotti dalla gestione ambientale). Detto ció, a seconda della finalità e del soggetto utilizzatore possiamo distinguere per grandi linee tra:

- la produzione di informazioni ambientali fisiche che, attraverso il monitoraggio dell'ambiente, arriva alla rilevazione di dati e alla creazione di sistemi informativi rappresentativi dello stato dell'ambiente, degli impatti, delle pressioni e dei fattori di pressione;
- la rilevazione statistico-contabile in cui si ricerca una coerenza delle informazioni fisiche, prodotte nel primo livello, con il sistema di contabilità nazionale ambientale mutuando a livello locale le metodologie;
- gli strumenti operativi di contabilità ambientale che, utilizzando le informazioni a carattere nazionale previste nel secondo livello, arrivano a introdurre nuovi elementi di decisione e responsabilizzazione degli attori politici presenti sul territorio.

I primi due livelli sono riconducibili all'attività di rendicontazione, anche se rivolta a diverse finalità: la rilevazione, raccolta e organizzazione dei dati fisici per la descrizione di un contesto ambientale e socio-economico, da un lato e il riferimento al sistema statistico e al sistema di contabilità nazionale per arrivare a comprendere le conseguenze ambientali di una serie di variabili economiche ‚ contabili (importazioni, produzione ecc.), dall'altro. Il terzo è riconducibile alle funzioni di gestione (pianificazione e controllo) e comunicazione dell'ente locale territoriale.
Le tre modalità sono congiunte e conseguenti. Per passare dalla contabilità ambientale nel senso di rappresentazione statistico-ufficiale di fatti ambientali ed economici alla contabilità ambientale nel senso di assunzione di responsabilità politica sugli stessi fatti ambientali ed economici è necessario che l'informazione prodotta sia inserita all'interno del quadro istituzionale, e quindi all'interno dei convenzionali processi decisionali, di controllo e rendicontazione.
Nel seguito, tralasciando il sistema di produzione di informazioni fisico-ambientali, elenchiamo i principali strumenti delle due modalità considerate evidenziandone gli obiettivi e costruendo i collegamenti.
I principali strumenti di contabilità ambientali statistico-contabili sono:

- il PIL verde. Si tratta di una correzione del PIL per evidenziare il depauperamento del patrimonio naturale e le spese sostenute per riparare o mitigare tale depauperamento;
- i conti patrimoniali, cioè una fotografia della qualità delle risorse naturali: foreste, risorse del sottosuolo, terreni, patrimonio ittico, ecosistemi e biodiversità, corpi idrici e collegamento con i conti patrimoniali della contabilità nazionale;
- i conti dei flussi (NAMEA). Si tratta di un'analisi dei flussi di pressione: emissioni in atmosfera, acque, energia, rifiuti solidi, consumi di risorse naturali, tasse e sussidi, sostanze tossiche in collegamento con attività economiche e delle famiglie registrate nel sistema contabile nazionale;
- i conti dei flussi di materiali: un Bilancio input ‚ output di materiali (dall'estrazione di risorse, ai consumi e produzione di beni ed emissioni);
- il conto della spesa per la protezione dell'ambiente (EPEA). Si tratta di un conto satellite rispetto ai convenzionali conti della contabilità nazionale, dedicato alla rilevazione delle spese sostenute per la protezione dell'ambiente dai vari operatori dell'economia.

I principali strumenti di contabilità ambientale utilizzati a livello locale hanno finalità non piú meramente statistiche, ma anche di tipo gestionale e di comunicazione e spesso sono la declinazione a livello locale dei sistemi sopra descritti o una loro evoluzione per essere coerenti con i processi decisionali e di verifica. Tra questi i principali sono:

- i modelli per la ri-organizzazione delle informazioni, quali il modello Stato-Pressione Risposta o nella sua versione piú evoluta il modello DPSIR, che ripercorrendo quanto previsto anche a livello nazionale, mira alla rilevazione delle interrelazioni tra forze determinanti, pressioni, stato, impatti e risposta e i cui prodotti sono generalmente di tipo comunicativo quali le relazioni o rapporti sullo stato dell'ambiente e di tipo gestionale come la valutazione delle politiche settoriali;
- gli indicatori sintetici ambientali, quali: i) "Segnali Ambientali", recentemente promossi anche dall'Unione Europea come riferimento sintetico per la rappresentazione dello stato di salute di un territorio; ii) "Emergia" che attribuisce un valore alle risorse naturali e permette una nuova definizione delle tariffe dei servizi anche sulla base del consumo di tale valore (costo della materia prima); iii) "Impronta ecologica" che calcola la superficie totale dell'ecosistema necessaria per sostenere le attività sociali ed economiche di una popolazione;
- i modelli di valutazione economica dell'ambiente, quali: i) la valutazione dei beni e del danno ambientale attraverso metodi come le spese di ripristino o la contingent valuation, generalmente finalizzata alla definizione di multe e sanzioni; ii) l' "Analisi Costi-Benefici", usata per scegliere tra interventi ambientali alternativi (misure preventive e misure end of pipe). Si tratta di sistemi di analisi comparata degli n interventi possibili, sia in termini di costi da sostenere per la loro adozione e gestione, sia in termini dei flussi di cassa positivi e dei minori costi potenziali per il maggior danno evitato.

Nel panorama italiano si riscontrano alcune interessanti applicazioni riferibili ai metodi citati. Moltissime sono le esperienze di applicazione dei modelli per la riorganizzazione delle informazioni: sono alcune decine le relazioni sullo stato dell'ambiente prodotte negli ultimi anni in ogni regione italiana basate sui modelli PSR o DPSIR. Gli indicatori sintetici ambientali sono stati applicati in varie situazioni: i Segnali Ambientali sono stati utilizzati come riferimento in alcune recenti edizioni di Rapporti sullo Stato dell'Ambiente della Regione Toscana e Regione Lombardia (in prossima uscita), l'Emergia ha visto un'interessante applicazione sperimentale alla risorsa idrica della Provincia di Bologna e l'Impronta ecologica è stata elaborata oltre che per l'Italia anche per le Regioni Abruzzo e Liguria, per le Province di Bologna e di Catanzaro, per i Comuni di Torino, di Sarmato, di Siena, di Cosenza, di Ancona, di Legnano, di Orvieto e di Isernia. I modelli di valutazione economica dell'ambiente sono utilizzati da enti locali e organismi territoriali in Italia per valutare la bontà di un investimento ambientale e per scegliere tra alternative possibili o per fornire una base numerica per il calcolo di multe, sanzioni o tariffe. è abbastanza diffusa la loro applicazione (soprattutto nella forma dei costi di ripristino) nei progetti di pre-fattibilità di interventi di risanamento o valorizzazione, mentre sono rari i casi in cui sono utilizzati, come nell'analisi di contingent valuation nel Parco di Santa Cristina, per una valorizzazione delle risorse fine a se stessa o per la ridefinizione di multe/sanzioni o tariffe d'uso.

Le esperienze in atto

Grazie ai finanziamenti del ministero dell'Ambiente del 1996 (Programma Triennale di Tutela Ambientale del ministero dell'Ambiente per la realizzazione del Sistema Informativo Nazionale Ambientale) è stato portato a termine il progetto di contabilità ambientale territoriale CONTARE, che vedeva come capofila la Regione Toscana insieme a Emilia Romagna, Liguria, Piemonte e le Province autonome di Trento e Bolzano.
Altri 13 progetti pilota (Ente Autonomo Parco Nazionale D'Abruzzo, Aggregazione Comuni della Locride, Provincia di Salerno, Comune di Roma ‚ Dipartimento X, Comune di Cinisello Balsamo, Comune di Mantova Provincia di Milano, Provincia di Lodi, Comunità Montana del Volturno, Comuni di Trecastagni, Nicolosi, Pedara, Viagrande, Comune di Grosseto, Comune di Reggio Emilia) sono stati avviati nel 2001 grazie ai finanziamenti del ministero dell'Ambiente attribuiti con il "Bando per il co-finanziamento di programmi di sviluppo sostenibile e di attuazione di Agende 21 locali" del 18/12/2000.
Come è noto, ben 18 enti locali stanno partecipando al progetto CLEAR LIFE (Comuni di Ferrara, capofila, Bergeggi, Castelnovo ne' Monti, Cavriago, Grosseto, Modena, Pavia, Ravenna, Reggio Emilia, Rovigo, Salsomaggiore, Varese Ligure e le Province di Bologna, Ferrara, Reggio Emilia, Modena, Napoli, Torino, piú la Regione Emilia Romagna con funzioni di indirizzo) in materia di contabilità ambientale finanziato dalla Commissione Europea.
Anche l'ANPA ha finanziato un progetto pilota di contabilità ambientale presso le Regioni della Calabria e del Molise; e ancora altri Comuni, Province e Regioni si stanno muovendo autonomamente nel campo e si puó già prevedere un'ulteriore diffusione di progetti e applicazioni in quanto il fondo per la contabilità ambientale territoriale previsto all'art. 109 "Interventi in materia di promozione dello sviluppo sostenibile", della Legge Finanziaria 2001 n. 388/2000 non Ë ancora stato impegnato.
Tra le esperienze in atto merita sicuramente piú che una citazione il progetto Contaroma.

Il progetto Contaroma

Il progetto presentato dal Dipartimento X - Politiche Ambientali e Agricole del Comune di Roma, risulta tra quelli ammessi al co-finanziamento del ministero dell'Ambiente nell'ambito del bando "Programmi di sviluppo sostenibile e di attuazione di Agenda 21 locali". Si tratta di un progetto innovativo che consiste nella realizzazione di uno studio con successiva sperimentazione di un sistema di contabilità ambientale, valorizzando quanto conseguito nell'ambito dell'avvio del processo di Agenda Locale 21. In particolare si tiene conto degli strumenti tecnici già esistenti, quali la Relazione sullo Stato dell'Ambiente, il Piano d'Azione Ambientale e dei nuovi processi di partecipazione attraverso il Forum Agenda 21 di Roma.
Il progetto vede sin dall'inizio coinvolti vari dipartimenti e uffici dell'amministrazione comunale: il Dipartimento Politiche Ambientali e agricole che coordina il progetto, l'USPEL (Ufficio Speciale Partecipazione dei Cittadini e Laboratori), la Ragioneria Generale e altri uffici. Ritenuto di carattere strategico, il progetto prevede inoltre la partecipazione attiva dell'agenzia regionale per la protezione ambientale ARPA Lazio attraverso assistenza tecnica e consulenze specifiche.
Il progetto si svolge essenzialmente secondo 4 fasi:

- uno studio per definire tutti i parametri di base (amministrativo, tecnico, economico, ambientale) e la messa a punto della metodologia;
- la sperimentazione del sistema di contabilità ambientale su centri di costo e/o territori scelti;
- l'accompagnamento del progetto, e in particolare la discussione e integrazione della sperimentazione, attraverso il Forum secondo la modalità partecipata utilizzata per la redazione del Piano di Azione Ambientale;
- attività di comunicazione e diffusione dei risultati attraverso due seminari, all'inizio e alla fine del progetto che vede, oltre ai dipartimenti interessati del Comune di Roma, il coinvolgimento del Forum e altri soggetti impegnati nella promozione della contabilità ambientale, nonché attraverso pubblicazioni (rapporti, brochure ecc.), informazioni accessibili sui siti web del Dipartimento X e dell'USPEL.

Lo studio previsto alla prima fase, preparato in collaborazione con ARPA Lazio, risulta già uno strumento necessario e propedeutico alla definizione di parametri di base, metodologie di rilevazione e archiviazione, nonché convenzioni di stima, per l'introduzione di un sistema di contabilità ambientale sperimentale nel Comune di Roma.
Tale studio sarà presentato nell'ambito di un seminario che prevede la partecipazione non solo dei dipartimenti comunali direttamente coinvolti e il Forum, ma di una serie di istituzioni a livello regionale e nazionale impegnati nella promozione della contabilità ambientale nonché altre amministrazioni locali interessate all'introduzione di un sistema di contabilità ambientale. Il seminario è stato fissato per il prossimo 4 ottobre a Roma e sarà il luogo ideale dove dibattere dei temi dell'applicazione della contabilità ambientale agli enti territoriali, presentando, confrontando e commentando le esperienze in atto in Italia.
La seconda fase di sperimentazione ha già avuto inizio. Si è proceduto alla enucleazione di una serie di informazioni quantitative dal Rendiconto contabile annuale 1999-2000-2001 per poter realizzare il cosiddetto "conto monetario". Quest'ultimo è stato ottenuto grazie alla riclassificazione delle spese sostenute dal Comune di Roma per azioni il cui scopo principale è la prevenzione, la riduzione e l'eliminazione delle cause del degrado ambientale.
I metodi di riferimento per il riconoscimento, la raccolta e l'archiviazione delle spese ambientali sono stati elaborati dall'Istituto di Statistica europeo (Eurostat) e da quelli dei singoli Paesi membri. Il metodo piú utilizzato che consente di effettuare tale riclassificazione è quello del modulo EPEA del sistema SERIEE (Système Européen de Rassemblement de l'Information Economique sur l'Environnement). L'EPEA è, come noto, un conto satellite incentrato sull'analisi della spesa, dell'output e dei circuiti di finanziamento delle attività la cui principale finalità è quella della protezione ambientale. Il modulo EPEA, purtroppo, non tiene conto di alcune tipicità degli enti locali: é un conto incentrato sulle spese di protezione dell'ambiente e perció non riconosce e, conseguentemente non classifica, altre spese quali quelle relative al risparmio di risorse naturali, all'uso sostenibilie di risorse e materie, nonché le spese relative a certi costi amministrativi e burocratici. Per questo motivo, si ritiene di applicare il modulo EPEA ove possibile ‚ e cioè in riferimento a spese di protezione ambientale ‚ e di riferirsi ad altre spese classificate secondo convenienza, al fine di non sottacere o tralasciare alcuna voce.
Per poter essere certi di contabilizzare tutte le spese ambientali, si è deciso di partire dal censimento delle politiche del Comune in tema, quindi di valutare i programmi e le azioni per definire le spese necessarie.
Si è quindi proceduto con un'analisi per Dipartimenti, inizialmente prendendo in considerazione come campione il solo Dipartimento X ‚ Politiche ambientali, delle risorse agricole e della protezione civile; nonché il centro di costo OVP ‚ Verde pubblico ‚ del Municipio XIII (Ostia), l'unico dove il verde pubblico è gestito a livello circoscrizionale (e pertanto non è imputabile al Dipartimento X).
I documenti utilizzati, a cui si fa riferimento, sono il rendiconto finanziario a consuntivo ‚ in riferimento al POG (1) - e il Piano Esecutivo di Gestione (PEG)(2).
Dal PEG è stato possibile analizzare i macro obiettivi(3), ovvero le finalità delle politiche prospettate dal Dipartimento X. Si precisa, tuttavia, che il bilancio del Comune di Roma presenta piú dettagliatamente anche Programmi e Progetti. Questi ultimi sono a loro volta articolati in centri di costo.
Una volta analizzato il singolo centro di costo, si è specificata la tipologia delle spese che lo compongono. A tal fine si è resa necessaria una successiva analisi per "Descrizione" dei singoli fattori che formano la "Voce economica", a sua volta contenuta nel "Centro di costo". Pertanto, nell'analisi dettagliata, si è proceduto per Titoli, Interventi, Voci economiche e Descrizione delle stesse. Nei casi ancora dubbi, si è inoltre individuato il provvedimento che ha determinato la spesa prevista o si è contattato direttamente il relativo responsabile per un'ulteriore verifica e per gli opportuni chiarimenti.
Infine, si è proceduto con l'indicazione delle cosiddette spese ambientali per singolo centro di costo. Queste sono state considerate e riportate o come "spese ambientali dirette" o come "spese ambientali integrate". Tali spese, per esigenze di uniformità, sono state classificate secondo il modulo EPEA, ove applicabile, e lasciate nella dicitura originale negli altri casi (come descritto in precedenza).
Il Progetto Contaroma prevede ancora due fasi da elaborare per applicare il sistema di contabilità ambientale. I risultati della prima applicazione e sperimentazione il cui metodo è stato qui tracciato sinteticamente, saranno resi disponibili a ottobre nel seminario di presentazione.


(1) Il Piano operativo di gestione (Pog) è un piano interno di lavoro, nel quale vengono definite nel dettaglio le modalità operative atte al raggiungimento degli obiettivi prefissati. Questo documento è fondamentalmente espressione delle funzioni di programmazione operativa e strumento di organizzazione interna. Attraverso il Pog si esprime tutta l'autonomia gestionale dei dirigenti. è in questa fase che, definite le direttive di lungo periodo e gli obiettivi annuali dell'amministrazione, ci si puó concentrare sull'attività di progettazione.
(2) Il PEG è un documento approvato dalla Giunta all'inizio dell'esercizio. è lo strumento operativo attraverso il quale vengono tradotti gli indirizzi e i programmi dell'ente pubblico in obiettivi specifici, per ciascuno dei quali vengono precisate le dotazioni finanziarie e i singoli dirigenti responsabili dell'attuazione. Previsto dall'articolo 169 del decreto legislativo 267 del 2000, ha la finalità di assicurare un maggior grado di specializzazione agli stanziamenti di bilancio, per favorire il monitoraggio dei risultati e l'attività di controllo. Esso opera, infatti, una disaggregazione del bilancio, scomponendo le risorse in capitoli, i servizi in centri di costo e gli interventi in capitoli.
(3) Cfr. PEG 2002-2004: Area tutela del territorio e sviluppo sostenibile: Rete ecologica; Mobilità sostenibile; Risparmio energetico; Attività estrattive; Osservatorio ambientale. Area rifiuti e controllo inquinamento: Gestione dei rifiuti; Piano di delocalizzazione delle attività di autodemolizione; Inquinamento acustico e atmosferico. Area riqualificazione urbana e autorizzazioni ambientali e paesistiche: Riqualificazione degli ambiti degradati e/o urbanisticamente non definiti; Controllo delle trasformazioni nelle aree sottoposte a vincolo. Area attività operative, manutentive e di protezione civile: Riqualificazione e manutenzione del verde comunale; Attività di protezione civile. Area gestione e attività amministrative di supporto: 5.1 Programma punti verdi qualità; 5.2 Attività per garantire i diritti degli animali; 5.3 Attività amministrative e di supporto alle altre Unità Operative.