SCHEDA METODOLOGICA:
INDICATORE N° B.8.
Inquinamento Acustico

Oggetto della Misurazione
a) Quota della popolazione esposta ad elevati livelli di rumore ambientale nel lungo periodo.
b) Livelli di rumore in aree ben definite all’interno del Comune (può essere usato in sostituzione di a) nei casi in cui non siano disponibili i dati per a)).
c) Esistenza e livello di attuazione del piano di risanamento acustico (Legge Quadro 447/95).

1. Definizioni
Il concetto di “Rumore ambientale” indica un rumore esterno indesiderato o nocivo dovuto ad attività umane, compreso quello riconducibile a traffico stradale, ferroviario ed aereo, e ad attività industriali. Sono esclusi i rumori generati dalla persona ad essi esposta, quelli dovuti ad attività domestiche o causati dai vicini, le esposizioni al rumore nei luoghi di lavoro , all’interno dei mezzi di trasporto (Proposta direttiva COM (2000) 468 Definitiva).

2. Quesiti affrontati dall’indicatore
a) In che misura i cittadini sono esposti a rumore ambientale da traffico stradale, ferroviario ed aereo e da fonti industriali all’interno delle loro abitazioni, nei parchi pubblici e in altre aree relativamente tranquille?
b) Quali sono i livelli di rumore in specifiche aree di pertinenza dell’Amministrazione Locale?
c) Le autorità locali hanno definito ed attuato un piano di risanamento acustico?

3. Informazioni generali
L’impatto del rumore ambientale può avere conseguenze dannose sulla salute e sul benessere degli esseri umani. Una società sostenibile dovrebbe offrire un’insieme di funzioni urbane come abitazione, lavoro e mobilità senza che ciò esponga i cittadini a livelli di rumore “irritanti”. Benché l’aumento della mobilità possa aumentare le possibilità di creare rumore, questo non necessariamente è vero se si trovano soluzioni alternative a minor impatto acustico quali possono essere i veicoli elettrici o comunque il sempre maggior utilizzo di mezzi pubblici.
La bozza della Direttiva Europea (1) sulla valutazione e gestione del rumore ambientale intende indirizzare gli Stati Membri verso un approccio comune nell’azione di contrasto degli effetti dell’esposizione ai rumori ambientali. Essa definisce il quadro di riferimento di norme e criteri tecnici per la determinazione dell’esposizione al rumore ambientale, per la pubblicizzazione di informazioni sul rumore ambientale e relativi effetti e, infine, per l’introduzione, a livello locale, di piani d’azione. I piani d’azione dovranno affrontare questioni prioritarie che potrebbero essere individuate nel superamento dei limiti definiti dalle normative in vigore in ogni Stato Membro. Le azioni potrebbero ad esempio includere la pianificazione del traffico e del territorio, oppure misurazioni tecniche del rumore alla fonte, scelta di sorgenti più silenziose, riduzione della propagazione del suono (ad esempio, attraverso barriere fonoassorbenti, gallerie, insonorizzazione degli edifici) e misure o incentivi regolativi o economici. L’obiettivo è quello di prevenire e ridurre il rumore ambientale ove necessario ed in particolare quando i livelli espositivi possono indurre effetti nocivi sulla salute umana, nonché di preservare la qualità acustica ove questa è buona. L’entrata in vigore della Direttiva è prevista per l’inizio del 2002.
Una politica sul rumore, per lo meno in parte, è stata sviluppata sia in sede nazionale che locale nella maggior parte dei Paesi Membri.
Principi di sostenibilità inclusi: 1, 5, 6.4. Obiettivi
La Proposta relativa al Programma d’Azione Comunitario per l’Ambiente 2000 – 2009 include un obiettivo relativo al rumore: la riduzione del numero di persone sistematicamente interessate da elevati livelli di rumore nel lungo periodo, stimate in 100 milioni di individui nell’anno 2000, del 10% entro il 2010 e del 20% entro il 2020. L’obiettivo di lungo periodo è quello di ridurre il numero di queste persone ad una quantità statisticamente insignificante.

5. Unità di misura
a) % di popolazione esposta, suddivisa in varie fasce di valori di Lden ed Lnight
b) % di misurazioni in corrispondenza di diverse fasce di valore degli indicatori Lden ed Lnight
c) esistenza (si/no) e stadio di attuazione del piano di risanamento acustico (%)

6. Frequenza delle misurazioni
a) Biennale
b) Biennale
c) Biennale

7. Forma del rapporto/presentazione
a) Stima del numero di persone (in centinaia) che vivono in abitazioni esposte a ciascuna delle seguenti fasce di valori di Lden in dB a 4 m sul livello del suolo sulla facciata più esposta: 55 – 59, 60 – 64, 65 – 69. 70 – 74, é 75, distinguendo fra rumore proveniente da traffico stradale, ferroviario ed aereo, nonché da fonti industriali.
Stima del numero di persone (in centinaia) che vivono in abitazioni esposte a ciascuna delle seguenti fasce di valore di Lnight in dB 4 m sul livello del suolo sulla facciata più esposta: 50 – 54, 55 – 59, 60 – 64, 65 – 69, > 70, distinguendo fra rumore proveniente da traffico stradale, ferroviario ed aereo, nonché da fonti industriali (come sopra).
Le cifre devono essere approssimate all’ordine delle centinaia più prossime (ad esempio, 5200 = fra 5150 e 5249; 100 = fra 50 e 149; 0 = meno di 50).
Si richiede, preferibilmente, l’illustrazione dei metodi di calcolo o di misurazione per la valutazione dell’esposizione al rumore.

b) Proporzione delle misurazioni che corrispondono a ciascuna delle suddette fasce di valore di Lden ed Lnight, ad esempio:

  50 – 54 55 – 59 60 – 64 65 – 69 70 – 74 é 75
Lden 0% 25% 53% 10% 2% 0%
Lnight 69% 17% 11% 3% 0% 0%

Si dovrebbe riportare il numero totale di misurazioni effettuate
c) Percentuale di attuazione di ciascuna misura/azione individuata nel piano (2) di risanamento, mediante una tabella a due colonne

Misura/Azione
 
1.
 
2.  

8. Metodologia di Raccolta dei dati e Fonti
a) Per determinare la quota della popolazione esposta ad elevati livelli di rumore ambientale nel lungo periodo si devono valutare i livelli di rumore anche unitamente a mappe della popolazione. I livelli di rumore devono essere valutati mediante gli indicatori Lden ed Lnight, ottenuti per computazione o per misurazione o con entrambe.
L’indicatore giorno – sera – notte Lden è l’indicatore del rumore relativo al disturbo complessivo. Esso indica la stima delle persone (in centinaia) che vivono in abitazioni esposte a ciascuna delle seguenti fasce di valore di Lden in dB a 4 m sul livello del suolo sulla facciata più esposta: 55 – 59, 60 – 64, 65 – 69. 70 – 74, é 75, considerando separatamente il rumore proveniente da traffico stradale, ferroviario ed aereo, nonché da fonti industriali. Al giorno sono attribuite 12 ore, alla sera 4, alla notte 8.
L’indicatore del rumore notturno Lnight è l’indicatore del rumore relativo al disturbo del sonno. Esso indica la stima del totale degli abitanti (in centinaia) che vivono in abitazioni esposte a ciascuna delle seguenti fasce di valore di Lnight in dB 4 m sul livello del suolo sulla facciata più esposta: 50 – 54, 55 – 59, 60 – 64, 65 – 69, > 70, distinguendo fra rumore proveniente da traffico stradale, ferroviario ed aereo, nonché da fonti industriali. Questo indicatore è definito rispetto a tutti i periodi notturni in un anno.

Fino al momento in cui verranno rese disponibili metodologie europee comuni per la valutazione di Lden ed Lnight, si può far uso degli indicatori nazionali esistenti e dei dati ad essi connessi, convertendoli in termini degli indicatori di cui sopra. In Italia i valori limite vengono fissati dalla normativa vigente (3), in relazione agli Indicatori: “livello equivalente per il periodo diurno (dalle 06.00 alle 22.00)” e “livello equivalente per il periodo notturno (dalle 22.00 alle 06.00)”. Si può anche far uso, per le linee guida, del quadro di riferimento generale delineato nell’ultima versione della bozza della Direttiva Europea sulla valutazione e la gestione del rumore ambientale.
b) I livelli di rumore in aree delimitate all’interno del comune devono essere determinati mediante misurazioni rilevate in punti significativi in tutta l’area comunale, che consentano la raccolta di dati che corrispondano agli indicatori Lden ed Lnight. La quantità di misurazioni può essere definita dall’autorità locale, ma deve essere riportata.
c) Informazioni circa l’esistenza e grado di sviluppo del piano di risanamento acustico sono disponibili presso l’autorità locale stessa

9. Esempi di applicazioni simili
Il calcolo della percentuale della popolazione esposta ad elevati livelli di rumore ambientale non è ancora standardizzato, anche se sono stati illustrati diversi metodi, rintracciabili in una serie di standard ISO ed in disposizioni legislative di diversi Stati Membri. La direttiva Europea in via di definizione individuerà delle modalità di valutazione della quota di popolazione mediante indicatori del rumore e mappatura strategica del rumore.
Il progetto TERM (Transport ed Environment Reporting Mechanism, promosso dall’Agenzia Ambientale Europea) utilizza due indicatori per la valutazione del rumore da traffico che risultano abbastanza simili a quelli definiti da questo: % della popolazione soggetta a quattro livelli di esposizione al rumore da trasporto (LDN): 45-55, 55-65, 65-75, >75 Db; e % della popolazione molto disturbata dal rumore del traffico proveniente dai diversi mezzi di trasporto.

10. Questioni da affrontare/Sviluppi futuri
Esistono dei metodi semplificati per calcolare l’indicatore da parte di autorità locali con risorse finanziarie limitate?
L’introduzione, in futuro, di un sub – indicatore relativo alla percezione dei cittadini circa il livello di rumore cui sono esposti, per verificare che non vi siano discrepanze fra misurazioni effettive e percezioni relative all’inquinamento acustico, risulterebbe di qualche utilità?

11. Parole chiave
Rumore ambientale, inquinamento acustico, esposizione ai rumori.


(1) Il testo integrale è disponibile sul sito web Europa: http://europa.eu.int/eur-lex/it/com/pdf/2000/it_500PC0468.pdf
(2)
In linea con la bozza della Direttiva Europea, il piano d’azione deve comprendere, fra l’altro, i seguenti elementi:
- qualsiasi misura di riduzione del rumore già in vigore e qualunque progetto in preparazione;
- azioni pianificate per i prossimi cinque anni, ivi compreso qualunque provvedimento atto a preservare aree silenziose;
- disposizioni previste per la valutazione dello stadio di attuazione e dei risultati del piano d’azione.
(3)Definiti dal DPCM del 14 Novembre 1997 o, in via transitoria, nell’attesa che i comuni adottino la zonizzazione acustica del territorio, del DPCM 1 Marzo 1991.