E tu... usi ancora la plastica?

Si è conclusa con successo l'iniziativa 'E tu…usi ancora la plastica?', realizzata dal  Comune di Ravenna per aumentare la consapevolezza nei cittadini ed incentivare l’utilizzo di shopper ecologici.

Con tale iniziativa, il Comune di Ravenna ha offerto ai cittadini una sportina di tela riutilizzabile (fino all'esaurimento delle scorte) per un totale di 500 shopper distribuite.

> Scarica il volantino informativo dell'iniziativa (pdf - 264 kb)

Al ritiro delle sportine in tela,  si è chiesto ai cittadini di scrivere un pensiero per l'ambiente, uno slogan, un consiglio o un suggerimento.

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I foglietti riportanti le frasi hanno costituito l'ideale addobbo del nostro Albero di Natale.

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Si riportano qui di seguito alcune delle frasi più significative:

- Un piccolo gesto quotidiano ambientale al giorno toglie l'inquinamento di torno
- Ottimisti per natura
- Il mondo  è bello perché è vario: W la biodiversità
- Mi rifiuto!
- Nelle mie pedalate raccolgo rifiuti a palate!
- Differenziare fa la differenza
- La mia palestra è la mia bici
- Puliti in casa e anche fuori!
- Trasformo i miei rifiuti in nuova terra!
- Torniamo alle sane abitudini di una volta
- La raccolta per l'ambiente la facciam regolarmente
- Spengo il motore dell'auto anche per piccole soste
- Educo i miei figli al rispetto per l'ambiente!
- La gestione e la pulizia del verde pubblico parte anche dal cittadino
- L'ambiente è la nostra casa……rispettiamola!

> Leggi tutte le frasi (pdf - 35 kb)

Dal 1° gennaio 2011, stop ai sacchetti di plastica

Il Decreto Milleproroghe conferma stop ai sacchetti di plastica!

Con l'approvazione del nuovo decreto Milleproroghe, l'Italia si allinea alla direttiva comunitaria e sceglie la strada della responsabilità ambientale.
Il Consiglio dei Ministri ha messo al bando dal primo gennaio 2011, senza proroghe, i sacchetti di plastica non biodegradabili, che rappresentano una delle fonti più insidiose di inquinamento del pianeta.

Perchè i sacchetti di plastica sono dannosi per l'ambiente
La 'vita' dei sacchetti di plastica è veramente breve sebbene per produrli occorrono grandi quantità di petrolio. Secondo uno studio dell'Agenzia per l'Ambiente del governo australiano 1 Kg di sacchetti provoca emissioni di CO2 per circa 2.109 Kg. Riciclarli o recuperarli sarebbe una spesa davvero eccessiva. Le buste di plastica, inoltre, possono rimanere nell'ambiente prima di decomporsi almeno 200 anni. Le stesse buste poi finiscono in mare e vengono ingerite da uccelli e mammiferi marini, cetacei, che muoiono per soffocamento, per blocchi intestinali o per lesioni di varia natura. Secondo l'Unep (il Programma delle Nazioni Unite per l'ambiente) sono circa 100mila gli animali che si imbattono in questa morte.

A questo punto l'alternativa ai sacchetti di plastica è chiara.
Il modo più semplice e più efficace è quello di portare sempre con noi buste riutilizzabili di stoffa o di altro materiale: non ci costa molto, né in termini di tempo, né in termini di peso, ma il nostro piccolo gesto avrà grande risvolto sull’ambiente.

Riportiamo l'intervista di Eco dalle Città a Salvatore Bianca, portavoce del Ministro all'Ambiente, Stefania Prestigiacomo in relazione al dibattito in atto sul divieto di utilizzo di sportine in plastica, del 14 gennaio 2011.

Cominciamo dall'oggetto del bando: il comunicato stampa fa riferimento a 'sacchetti da asporto merci, non conformi ai requisiti di biodegradabilità indicati dagli standard tecnici europei vigenti'. Ma che cos'è proibito esattamente? Tutti i tipi di sacchetto?
Intanto precisiamo che il comunicato stampa aveva lo scopo di ribadire l'entrata in vigore del bando in data 1° gennaio 2011, non di completare quanto presente nella legge 296/06, voluta dal governo Prodi. In quella legge non si differenziava fra i diversi tipi di sacchetto, e questo può creare problemi. Il Ministero sta esaminando la questione, perché lo scopo principale del bando doveva essere quello di eliminare le buste di plastica monouso, per mettere un punto a questa moltiplicazione dell'usa e getta, mentre la norma è molto generica. Prendiamo il caso delle buste di plastica molto rigide, per esempio quelle che vengono date al cliente in alcuni negozi di abbigliamento: ecco, se una borsa è chiaramente resistente e riutilizzabile, non come un sacchetto da supermercato, non c'è motivo di impedirne la circolazione. Un'applicazione troppo rigida della norma rischia di creare danni all'economia e la polverizzazione di tutte quelle aziende che lavorano nel settore.

Dunque il Ministero intende emanare decreti attuativi per specificare meglio i limiti del bando?
L'intenzione è quella di lasciar passare un po' di tempo, ovviamente monitorando con attenzione quello che accade, per capire se e come il mercato riesce ad autoregolarsi, a riassestarsi senza crisi. Poi valuteremo se sarà il caso di intervenire, ma ricordo che per intervenire su una legge dello stato, com'è la 296/06 in cui si trova il provvedimento in questione non basta una circolare, ci vuole un'altra legge. Per ora è meglio vedere come si evolve la situazione: queste piccole grandi rivoluzioni vanno metabolizzate, ma mi sembra che i consumatori abbiano reagito bene, senza proteste.

I consumatori sì, ma infatti il problema più grosso è per i produttori…
Ripeto, il bando non ha intenti repressivi, ha lo scopo di indirizzare il mercato in funzione di un cambiamento di abitudini: tant'è che manca l'apparato sanzionatorio. Certo, la Guardia di Finanza potrebbe sequestrare le merci, ma non vogliamo certo questo. Nessuno vuole danneggiare i produttori, la situazione è e sarà sotto osservazione per trovare accordi ragionevoli che non danneggino le aziende. Se vedremo che le aziende potranno senza troppe difficoltà passare a produrre sacchetti utilizzando pellicole biodegradabili al posto della plastica, non sarà necessario pensare a sanzioni e nuove leggi.

Uno dei punti più critici del bando è proprio la definizione di biodegradabilità: se ci si attiene strettamente all'interpretazione della norma Uni EN 13432 molti additivi risultano fuori legge: non è un dettaglio per un produttore. Cosa intende il Ministero per biodegradabile?
Per le questioni tecniche e per questo tipo di problematiche, sicuramente importanti, il consiglio è di rivolgersi direttamente agli uffici tecnici del Ministero, che stanno lavorando su questi aspetti. Ribadisco ancora una volta che lo scopo del bando non è quello di punire nessuno, ma di dare un segnale forte a difesa dell'ambiente.

La Francia nel 2006 propose lo stesso provvedimento, ma la Commissione Europea lo ritenne una violazione della direttiva 94/62/CE sugli imballaggi e i rifiuti di imballaggio. Cosa c'è di diverso questa volta? Non potrebbe capitare la stessa cosa?
La Commissione Europea parla di salvaguardia dell'ambiente e induce a prendere iniziative in questa direzione, salvo poi condannare chi prova a farlo. Siamo ovviamente a conoscenza dell'episodio della Francia – che, ricordo, rinunciò ad emanare il decreto dopo il parere della CE, ma ritirare la legge fu una scelta, la Commissione non poteva impedirlo – ma abbiamo ritenuto giusto proseguire su questa strada. Siamo ovviamente disponibili a semplificare il provvedimento e a venire incontro ai produttori, ma un cambiamento dei costumi è necessario, non si torna indietro.