Stato dei
lavori
Febbraio 2002
Come costruire il bilancio ambientale
locale:
le prime linee guida prodotte da CLEAR-LIFE
di Ilaria Di Bella
Come costruire
il bilancio? Limportante è il processo
La struttura delleco-bilancio CLEAR-LIFE
box - Lindice
del bilancio ambientale
Le politiche e le attività
Una tabella del piano esecutivo dei conti
I conti fisici
Conti monetari
box - La
"convenzione di stima"
Il coinvolgimento dei "portatori di interesse",
la trasparenza e la governance
Il modello a regime
Come può il bilancio ambientale di un comune
o di una provincia diventare una "cassetta degli attrezzi" per il
sindaco e per la sua giunta, che devono prendere decisioni sulla
qualità della vita urbana, sui trasporti, sull'energia? Quali
informazioni deve contenere per rispondere alle domande di trasparenza
e di partecipazione delle imprese, delle famiglie, delle associazioni?
In altre parole, quali caratteristiche deve avere il bilancio "verde"
di un ente locale, perché l'ambiente incida sulle politiche
proprio come le risorse finanziarie?
Per rispondere a queste domande, nei primi quattro
mesi del progetto CLEAR-LIFE gli assessori, i loro staff, gli esperti
e i consulenti hanno lavorato per mettere a punto la struttura del
bilancio ambientale di un ente locale. Quattro i gruppi di ricerca,
dedicati a mettere a fuoco obiettivi e strumenti sul poker di temi
che corrispondono sia ai contenuti dellecobilancio che ad
altrettante fasi successive del progetto: "politiche e attività";
"conti fisici"; "conti monetari"; "coinvolgimento stakeholder, trasparenza,
governance".
Il risultato è stato un "documento di facilitazione", finalizzato
a guidare i 18 partner nel vivo del progetto, la fase di sperimentazione,
che è appena cominciata e si concluderà a gennaio
2003, quando i comuni e le province approveranno ciascuno il proprio
bilancio ambientale.
Il "documento di facilitazione", redatto dopo tre mesi di seminari
di approfondimento cui hanno partecipato tutti gli enti locali protagonisti
di CLEAR, descrive tappa per tappa le fasi per la realizzazione
del bilancio "verde" e illustra metodologie e procedure pratiche.
Si divide in 4 capitoli fondamentali, che affrontano per lappunto
i nodi principali: come esplicitare le politiche ambientali, come
utilizzare set di indicatori per costruire un piano dei conti fisici,
in che modo far emergere la spesa ambientale nei cosiddetti conti
monetari, come coinvolgere nellintero processo i diversi soggetti
"portatori di interessi" che vivono e operano sul territorio. Tutto
questo a partire dalle competenze che la legge affida ai comuni
e alle province.
Lobiettivo finale è il bilancio ambientale: ovvero
un documento ufficiale e condiviso che contenga questi 4 aspetti,
e che quindi consenta di monitorare gli impatti sugli ecosistemi
delle politiche di settore dellente, degli interventi e degli
impegni attuati. In analogia a quanto avviene per il bilancio economico-finanziario,
esso sarà anche un rendiconto ai cittadini da sottoporre
allesame delle assemblee elettive locali.
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Come
costruire il bilancio? Limportante è il processo
Secondo lapproccio targato CLEAR-LIFE , per gli enti
partner costruire un bilancio ambientale significa prendere parte
a un processo e non seguire una ricetta.
A tuttoggi, infatti, non esiste un modello di "eco-budget"
per i comuni e le province, ma sono disponibili diversi set di indicatori
utilizzati a livello locale per monitorare lo stato dellambiente,
i fattori di pressione antropica, le risposte attuate dalla comunità
per prevenire, per contenere, e per riparare i danni dovuti alle
varie forme di inquinamento. Da qui nascono i Rapporti sullo Stato
dellAmbiente, pubblicati dagli enti locali per informare i
cittadini e i "portatori di interessi" (stakeholder). Altri strumenti
usati per perseguire uno sviluppo più sostenibile sono i
sistemi di gestione ambientale, mutuati dalle imprese, e i processi
di Agenda 21 locale, che tendono a stabilire direzioni prioritarie
di intervento dellamministrazione attraverso la concertazione
con le imprese, le famiglie, le organizzazioni e le associazioni.
Per approdare al bilancio ambientale, tuttavia, bisogna fare un
passo in più. E necessario passare dallo stadio della
raccolta di questi "giacimenti di dati" (che si può definire
"contare"), a quello della costruzione di un sistema codificato
di informazioni sullambiente e sulle sue interrelazioni con
leconomia ("contabilizzare"), a quello della documentazione
pubblica degli esiti delle politiche attuate ("rendicontare"). In
poche parole, si tratta di utilizzare i dati già esistenti
sulle risorse e sul patrimonio naturale, ma in un modo del tutto
innovativo, che consenta di rendere più trasparente lazione
di governo e di promuovere la responsabilità diffusa.
La fase di sperimentazione di CLEAR-LIFE, appena cominciata, consiste
proprio nella ricerca e nella messa a punto di un modello di bilancio
ambientale che "funzioni" nella pratica della gestione del territorio.
Il metodo innovativo del progetto consiste nel confronto continuo
e nella messa in rete delle informazioni tra i partner impegnati
nella costruzione ciascuno del proprio documento di contabilità
ambientale. Fin qui i rappresentanti dei partner, gli esperti e
i consulenti hanno delineato, attraverso workshop teorici e pratici
di approfondimento, il percorso da seguire, tappa per tappa, per
raggiungere il comune obiettivo e hanno prodotto le prime linee
guida, ovvero il "documento di facilitazione".
Lentrata a regime del bilancio ambientale, e la sua approvazione
ordinaria come conto satellite rispetto al bilancio economico-finanziario,
sarà tuttavia un processo molto più lungo, che non
si concluderà con la fine di questo progetto. Le procedure
usate, anchesse innovative perché partono "dal basso",
faranno parte integrante del metodo, pensato per essere esteso ad
altri enti locali.
Il "documento di facilitazione" delinea dunque la struttura dell'eco-bilancio,
e descrive fasi, metodi, e procedure per esplicitare gli aspetti
ambientali delle politiche, per costruire i conti fisici e i conti
monetari, e per coinvolgere gli stakeholder.
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La
struttura delleco-bilancio CLEAR-LIFE
Il fulcro dei bilanci ambientali targati CLEAR-LIFE sono le politiche
che ciascun partner può mettere in campo in relazione alle
proprie competenze. A queste vengono associati indicatori fisici,
in grado di misurarne lefficacia e lefficienza rispetto
agli obiettivi dellente, e indicatori monetari, che servono
a valutare la spesa per lambiente e a verificare il rapporto
costi-benefici.
Gli eco-budget avranno quindi una struttura omogenea,
ma flessibile, basata su una doppia serie di informazioni: al set
prioritario di dati che tutti i partner dovranno produrre e utilizzare,
ne verrà associato un secondo legato alle specifiche politiche
attuate e quindi anche alle caratteristiche peculiari del territorio
di ciascun ente. Se il bilancio ambientale di tutti i comuni, per
esempio, dovrà contenere dati sulla qualità dellaria
e sui rifiuti prodotti e smaltiti, solo un comune di montagna avrà
lesigenza di monitorare lo sviluppo dei boschi, e uno marino
luso delle spiagge e delle coste.
Il primo bilancio "verde" sarà consuntivo e solo in parte
preventivo, e conterrà: una relazione sul processo innescato,
la sintesi delle priorità di intervento per lanno successivo,
linquadramento generale dello stato dellambiente, le
attese dei gruppi portatori di interesse consultati, lanalisi
degli aspetti ambientali delle politiche dellente, gli obiettivi
perseguiti, gli indicatori utilizzati, i conti fisici e i conti
monetari
Lindice
del bilancio ambientale (discusso
il 22 ottobre 2001) |
- Il processo
- Sintesi delle priorità per lanno
successivo e linee di budget
- Inquadramento generale
- Lo stato dellambiente
- Le attese degli stakeholders
- Le politiche ambientali dellEnte
- Gli obiettivi dellEnte
- Azioni, risorse e indicatori
- I conti del patrimonio naturale
(i conti fisici)
- I conti monetari
|
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Le
politiche e le attività
Per delineare i contenuti del bilancio ambientale il primo
passo consiste nellesplicitare gli aspetti ambientali delle
politiche e delle attività di ciascun ente. Si tratta di
effettuare una rilevazione che comporta il coinvolgimento di buona
parte degli assessori e lesame di documenti come: il programma
di mandato, la relazione revisionale programmatica, il bilancio
di previsione, il conto consuntivo dellanno precedente, le
eventuali relazioni settoriali, e il
Piano Esecutivo di Gestione (PEG). Le domande da porsi sono:
quali sono gli impegni ambientali dellente nei diversi settori
(ad esempio: aree verdi, trasporti, energia, educazione, lavori
pubblici)? Quali sono le attività realizzate e quelle da
realizzare? Quali gli obiettivi che ciascun intervento intende raggiungere?
Per agevolare questa procedura, il gruppo di lavoro ha incrociato
le competenze dei comuni e delle province con i criteri di sostenibilità
indicati dalla Valutazione
Ambientale Strategica (VAS). Il risultato è una tabella
che contiene gli "ambiti di rendicontazione", cui in seguito vengono
associati indicatori sia fisici che monetari, per ottenere il piano
dei conti.
Gli ambiti di rendicontazione sono una classificazione della gamma
delle politiche e degli interventi che un ente locale può
mettere in campo, sia per attuare le proprie competenze che per
risolvere i problemi legati alla gestione del territorio. Ad esempio,
per attuare una mobilità sostenibile, un comune può
realizzare rotonde e parcheggi, che sono infrastrutture per il traffico
sostenibile (sottoambito di rendicontazione), e rientrano negli
interventi per lorganizzazione del traffico sostenibile (ambito
di rendicontazione).
Alle politiche e agli interventi, raggruppati in ambiti di rendicontazione,
vengono associati indicatori sia fisici che monetari. Ad esempio,
per monitorare le politiche di mobilità sostenibile potranno
essere utilizzati indicatori come: il numero delle rotonde e dei
parcheggi realizzati, la spesa sostenuta, la concentrazione di benzene
nellaria, la qualità dellaria esterna. Da questa
associazione nasce una matrice, denominata piano dei conti, che
è la base per costruire il bilancio ambientale .
Una
tabella del piano esecutivo dei conti
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I conti fisici
Il passo successivo consiste infatti
nellassociare, a ciascun ambito di rendicontazione, indicatori
fisici in grado di monitorare limpatto ambientale degli interventi
e quindi la loro efficacia ed efficienza.
Tutti gli enti partner già utilizzano set
di indicatori, per lo più del tipo DPSIR
(Determinanti-Pressioni-Stato-Impatti-Risposte) che legano in
un insieme di nessi causali le attività umane alle pressioni
che generano sugli ecosistemi, agli impatti sullambiente e
quindi alle risposte di difesa messe in atto dalle comunità.
Si tratta di informazioni sullo stato del territorio di competenza,
sulle attività economiche prevalenti, e sulle forme di inquinamento
che incidono sulla salute e sulla qualità della vita.
Da queste basi di dati devono essere estrapolati gli indicatori
più efficaci per monitorare gli obiettivi delle politiche
e delle attività. Le finalità di questa operazione
sono in realtà sono due: costruire un piano dei conti e individuare
un gruppo di indicatori comuni che funzioni davvero in ambito locale.
Possedere troppe informazioni, infatti, per chi deve decidere equivale
a non averne alcuna.
I partner di CLEAR hanno deciso di adottare tra gli indicatori comuni
i 10
indicatori comunitari che compongono il set "Towards a local
Sustainability Profile European Common Indictors". Si tratta
di 5 indicatori obbligatori e 5 facoltativi, messi a punto da un
gruppo di esperti di tutti gli stati membri dellUnione e pensati
per monitorare la qualità della vita in ambiente urbano.
A questi si è aggiunta recentemente l "Impronta
ecologica", che misura larea totale di ecosistemi acquatici
e terrestri richiesta per produrre le risorse consumate da una popolazione
residente su un determinato territorio e per assimilare i rifiuti
che essa produce.
La scelta degli indicatori sarà un compito degli amministratori,
ma su di essa influiranno anche i forum con i cittadini e con i
portatori di interessi. Altri indicatori comuni verranno dunque
individuati nel corso della sperimentazione coordinata.
Conti
monetari
Come associare agli ambiti di rendicontazione, e quindi alle politiche
e agli interventi, anche indicatori economici? Come valutare lefficacia
e lefficienza della spesa ambientale, e quindi il rapporto
costi-benefici delle azioni?
Proprio per rispondere a queste domande, il piano dei conti deve
contenere anche una parte "monetaria". Per fare un esempio, le politiche
contro linquinamento atmosferico non devono essere monitorate
solo in base alla variazione della quantità di benzene, ma
anche in base ai costi sostenuti per la conversione del parco auto
a carburanti ecologici, da paragonare magari alla spesa per far
fronte al blocco degli autoveicoli messo in atto nel corso di unemergenza
smog.
Questi dati possono essere ottenuti grazie alla riclassificazione
delle spese ambientali dei comuni e delle province, che consiste
nellesplicitazione allinterno del bilancio economico-finanziario
della spesa sostenuta dallente per azioni il cui scopo
principale è la prevenzione, la riduzione e leliminazione
delle cause di degrado ambientale.
Il metodo che consente di effetturare tale riclassificazione è
quello del modulo
EPEA del sistema SERIEE (Système Européen de Rassemblement
de lInformation Economique sur lEnvironnement), che
è un insieme di conti satellite elaborato dallistituto
di statistica europeo Eurostat per raccogliere informazioni economiche
sullambiente. LEPEA è un conto satellite incentrato
sullanalisi della spesa, delloutput, e dei circuiti
di finanziamento delle attività la cui principale finalità
è appunto quella della protezione ambientale.
I conti monetari serviranno inizialmente per riclassificare le spese
dellente locale, poi anche delle aziende ex municipalizzate,
degli altri enti pubblici e dei soggetti presenti sul territorio
di competenza. Due le tabelle di riclassificazione previste: quella
per le spese correnti e quella per le spese in conto capitale.
Questi conti serviranno a conoscere quanto si spende per lambiente,
a verificare lefficienza delle politiche attuate, e anche
a stimolare il confronto tra gli enti locali.
La valutazione del patrimonio ambientale, ovvero lattribuzione
di un valore monetario alle risorse naturali, sarà in questa
prima fase sperimentale limitata a particolari settori e risorse
cui ciascun ente attribuisce una specifica priorità. La metodologia
usata in questo caso è quella delle "convenzioni di stima".
La
"convenzione di stima"
Tratto da "Alcune esperienze
di management ambientale e contabilità nei paesi dellOCSE"
di Carlo Pesso, contributo al volume "La natura nel conto. Contabilità
ambientale: uno strumento per lo sviluppo sostenibile", Edizioni
Ambiente, Milano 1999. |
La convenzione di stima
è un metodo per affrontare la questione dellattribuzione
dei costi nelle situazioni più complesse, pervenendo
a una soluzione concertata dallinsieme degli operatori
economici. Essa ha quindi spesso una validità contestuale.
Prendiamo, ad esempio, il problema della
definizione contabile della "componente ambientale" dei trasporti
comunali.
Una contabilità ambientale applicata ad un territorio
urbano deve poter tener conto dei trasporti pubblici, in modo
da includere le spese da inquinamento atmosferico e da rumore.
Tuttavia, sarebbe esagerato contabilizzare la totalità
dei flussi finanziari. Infatti, il servizio risponde prima
di tutto ad una domanda di mobilità, e quindi assolve
un ruolo economico-sociale prima ancora che ambientale.
Il problema allora è quello di identificare e isolare
la componente ambientale dei flussi finanziari generati dai
trasporti pubblici.
Un tentativo (prima proposta di convenzione) è stato
quello di considerare utili, ai fini della contabilità
ambientale, solo le spese direttamente collegate a scelte
tecniche dichiaratamente ambientali. Così facendo verrebbero
computati solo gli investimenti relativi ai mezzi funzionanti
a GPL o a metano. Il risultato è di facile utilizzo
nella pratica contabile; tuttavia questo approccio ha linconveniente
di trascurare completamente il fattore del "ricambio", cioè
la sostituzione progressiva di mezzi di trasporto privato
con mezzi pubblici. In genere una sana politica ambientale
non solo promuove, ma mira ad accrescere proprio questo tipo
di sostituzione. Se la contabilità ambientale rinunciasse
a rendere conto di questo obiettivo, essa contribuirebbe a
generare gravi distorsioni veicolando una visione estremamente
riduttiva del ruolo dei trasporti.
Per superare i limiti del metodo precedente, è stata
valutata lipotesi di assimilare al deficit di esercizio
tutte le spese sostenute a favore dellambiente nellambito
dei trasporti (seconda proposta di convenzione). Tuttavia
anche questo metodo è rischioso. In particolare, esso
non evidenzia la differenza tra investimenti ambientali ed
funzionalità del servizio, legittimando, o magari premiando,
una cattiva gestione. Inoltre, la misura dello sforzo ambientale
dipenderebbe esclusivamente dai crediti e dalle sovvenzioni
accordate al servizio pubblico, mentre, a rigore, queste sovvenzioni
hanno una ragione sociale prima che ambientale e andrebbero
quindi contabilizzate come tali.
In ultima analisi, la via adottata è
stata quella di fondare la contabilità su una analisi
della composizione degli utilizzatori dei trasporti pubblici
(terza proposta di convenzione). Questi sono stati distinti
in due gruppi: gli utenti di base (identificati come fruitori
di tariffe preferenziali: giovani, anziani, disoccupati ecc.)
e gli utilizzatori cosiddetti "svincolati" (cioè gli
utenti che dispongono di un mezzo di trasporto alternativo
automobile, motociclo, ecc. e che scelgono volontariamente
il mezzo pubblico).
Su questa base è stata fissata una convenzione di stima,
secondo la quale la parte di spesa da attribuire allambiente
è quella corrispondente al totale dei costi riferibili
agli utilizzatori svincolati (gli utenti di base sono così
esclusi dal calcolo e considerati utilizzatori per motivi
economico-sociali). |
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Il
coinvolgimento dei "portatori di interesse",
la trasparenza e la governance
Per ottenere un bilancio "verde" davvero efficace, è
necessario che il suo impianto sia concertato tra il comune o la
provincia e le imprese, le banche, le associazioni, le scuole, le
organizzazioni che operano sul territorio. Oltre ad essere uno strumento
per la gestione del territorio, infatti, il bilancio ambientale
è anche un documento di comunicazione. Non solo. A regime,
esso sarà in sostanza un conto satellite, allegato al bilancio
tradizionale, e come tale arriverà sui banchi della giunta
e poi su quelli del consiglio comunale (o provinciale). Il suo impianto,
dunque, deve essere chiaro, comprensibile, condiviso, perché
possa rendere più trasparente il processo di assunzione delle
decisioni e promuovere la responsabilità diffusa, ovvero
lassunzione di responsabilità da parte di tutti gli
attori sociali, cittadini compresi.
Ciascun partner deve dunque definire, selezionare, coinvolgere i
cosiddetti portatori di interessi prioritari (stakeholder), e poi
gestire le attese rilevate (vedi Coinvolgimento
stakeholder). Ad essere sottoposto allesame sarà
prima limpianto del sistema contabile, quindi la scelta degli
indicatori fisici e monetari in relazione alle politiche, e infine
il prodotto finale, cioè il bilancio ambientale.
Gli enti partner che hanno già attivato il Forum dellAgenda
21 locale, cioè il sistema di coinvolgimento dei principali
stakeholder territoriali per la definizione delle azioni di sviluppo
sostenibile, lo utilizzeranno anche in questa occasione. Per gli
altri, sono previsti seminari studiati ad hoc.
Il
modello a regime
A regime, il bilancio ambientale seguirà lo stesso
iter degli altri documenti di bilancio, di programmazione economico-finanziaria
e di pianificazione. Quindi il coinvolgimento degli stakeholder
avverrà attraverso gli organismi eletti democraticamente,
cioè i consigli, le giunte, il sindaco, il presidente della
provincia, le forze di maggioranza e i partiti di opposizione, che
di volta in volta possono mettere in cantiere iniziative, proporre
modifiche, approvare e bocciare i singoli provvedimenti. A questo
punto il bilancio ambientale sarà diventato uno strumento
ordinario di gestione, e quindi la valutazione dellimpatto
ecologico delle politiche, la valutazione monetaria delle risorse
naturali e delle spese ambientali sarà diventata una pratica
quotidiana, come contare i soldi prima di spenderli.
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