CLEAR
La prima fase e i primi risultati
di Andrea Caldelli
staff di coordinamento CLEAR
Fase desk di preparazione
Analisi desk delle politiche e delle azioni
Interviste ad amministratori e dirigenti
Redazione e validazione del rapporto sulle
politiche
Prime indicazioni dalla fase di sperimentazione
locale
Il progetto CLEAR è entrato nella sua fase di sperimentazione
locale con l'esplicitazione delle politiche degli enti partner.
Questa fase è senza dubbio la più delicata e complessa
perché partendo da documenti programmatici (relazione previsionale
e programmatica, programma di mandato, PTCP-Piano Territoriale di
Coordinamento Provinciale, PEG-Piano Esecutivo di Gestione, programmi
specifici) e integrando tali documenti con interviste ad amministratori
e dirigenti, ha portato alla definizione dell'insieme di politiche
e azioni con un contenuto ambientale che gli enti hanno promosso
o intendono promuovere e sulle quali sarà costruito il sistema
di indicatori.
Dall'osservazione del lavoro svolto dai team locali che ciascuno
dei 18 partner ha costituito, si possono individuare quattro passi
successivi, di seguito brevemente descritti, che hanno portato al
documento sulle politiche ambientali dell'ente:
1 fase desk di preparazione
2 analisi desk delle politiche e delle azioni
3 interviste ad amministratori e dirigenti
4 redazione e validazione del rapporto sulle politiche
Fase desk di preparazione
Il "Documento di facilitazione" di CLEAR (prodotto
dai gruppi di lavoro e finalizzato a introdurre la sperimentazione)
è stato il punto di partenza per il lavoro dei team locali.
L'allegato relativo agli ambiti di rendicontazione raggruppava
le diverse competenze dell'ente (ovvero ciò che deve fare
per legge) in macro-ambiti di competenza, distinti per Comuni (sviluppo
urbano, mobilità sostenibile, rifiuti ecc.) e Province (agricoltura,
artigianato e attività produttive, risorse idriche ecc.),
per poi specificare le diverse politiche (ambiti di rendicontazione).
In definitiva la griglia con gli ambiti di rendicontazione rispondeva
alla domanda "su cosa rendiconto?", ovvero quali sono
le politiche e le azioni con contenuto ambientale dei cui esiti
occorre dare conto.
Ogni team locale ha verificato e completato, rispetto alla propria
struttura e alle proprie attribuzioni, l'elenco allegato delle competenze.
In alcuni casi le competenze sono state integrate, considerata anche
la diversa localizzazione dei 18 partner posti in sette Regioni
diverse; in particolare tale necessità è emersa principalmente
nelle Province per le quali le competenze delegate dalle rispettive
Regioni di appartenenza (Campania, Piemonte e Emilia Romagna) erano,
in qualche caso, differenti.
Sono stati infine individuati i responsabili delle singole competenze,
lavorando sull'organigramma interno all'ente. Questa fase di adattamento
della griglia svolta dai partner e propedeutica all'analisi vera
e propria delle politiche, ha facilitato il lavoro successivo e,
in particolare, le interviste ad assessori e dirigenti.
Figura 1 Schema
esemplificativo di rielaborazione dell'allegato 1 del "Documento
di facilitazione". Per ciascuna competenza deve essere identificato
il dirigente responsabile
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Analisi desk delle
politiche e delle azioni
L'analisi delle politiche e delle azioni è stato il secondo
passo della fase, un'analisi svolta dal team locale sui documenti
dell'ente per attribuire obiettivi e azioni ai diversi ambiti di
rendicontazione.
I documenti analizzati sono stati vari, ma ogni ente ha scelto quelli
che consentivano una più corretta individuazione delle politiche
e delle azioni a contenuto ambientale. In generale il PEG
(Piano Esecutivo di Gestione) si è rivelato centrale per
il suo dettaglio analitico; le azioni del PEG hanno potuto essere
direttamente collegate agli ambiti di rendicontazione e ai dirigenti
responsabili individuati nella sottofase precedente.
Un altro documento utile è stato il Piano di Azione di
Agenda 21, elaborato soltanto da quei partner che hanno avviato
un processo di Agenda 21. L'importanza del documento risiede nel
fatto che è già focalizzato sulle azioni ambientali
che l'ente dovrebbe avviare e che sono considerate prioritarie dal
forum locale dei portatori di interesse, sebbene non tutte le azioni
siano effettivamente state adottate dall'amministrazione. La lettura
del Piano di Azione richiede dunque un'attenta verifica con i dirigenti
per valutare ciò che effettivamente è stato assunto
come impegno dall'ente.
Se il PEG e il Piano di Azione di Agenda 21 hanno permesso di individuare
alcune delle azioni prioritarie dell'ente in tema ambientale, il
Programma di mandato, la Relazione Previsionale e Programmatica,
il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale, sono
i documenti dai quali sono state tratte molte delle politiche e
degli impegni a medio e lungo periodo; tali impegni e politiche
sono poi stati verificati nella successiva fase di intervista.
Figura 2 Schema
esemplificativo delle azioni del PEG (colonna "Attività/azioni)
inserite allinterno della griglia precedente.
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Interviste ad amministratori
e dirigenti
Se attraverso la fase di preparazione e l'analisi iniziale della
distribuzione delle competenze nell'ente, erano state individuate
le responsabilità e le deleghe di assessori e dirigenti relativamente
ai diversi ambiti di rendicontazione, il lavoro desk svolto sui
documenti programmatici ha permesso una prima individuazione di
politiche e azioni ambientali.
Questo elenco è stato sottoposto ad amministratori e dirigenti
ai quali, attraverso interviste dirette non strutturate, è
stato chiesto di verificare la completezza delle azioni individuate
e di indicare ulteriori politiche e azioni a contenuto ambientale
del proprio assessorato/settore/servizio. Inoltre gli assessori
e i dirigenti hanno individuato le priorità dei propri obiettivi
ambientali, ovvero quali fossero le attività e le politiche
più importanti.
In generale la definizione delle priorità è stata
abbastanza agevole e si può sottolineare come questo aspetto
sia centrale anche nella fase successiva di coinvolgimento degli
stakeholder (1).
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Redazione e validazione
del rapporto sulle politiche
Il lavoro desk svolto sulle politiche e le azioni, integrato con
gli obiettivi espressi da assessori e dirigenti, ha portato alla
elaborazione da un lungo elenco di politiche e azioni, caratterizzate
ciascuna da un orizzonte temporale diverso: gli obiettivi strategici
dell'ente di medio-lungo periodo, le politiche di breve-medio periodo
e le azioni, già attuate o in fase di attuazione. Questo
lungo elenco (che è stato ribattezzato scherzosamente "l'elencone")
è stato rielaborato dai team locali che, sulla base delle
precedenti dichiarazioni di assessori e dirigenti, hanno riordinato
le politiche e le azioni, a partire dagli obiettivi strategici posti
in evidenza, per enfatizzare la gerarchia degli impegni dell'ente.
Il documento così ottenuto, contenente anche una sintesi
del processo attivato e una visione di insieme dei settori/servizi
coinvolti nel processo di rendicontazione, ha assunto la forma di
un rapporto in cui, per ciascuno dei macro-ambiti di competenze,
sono individuati gli obiettivi strategici di medio lungo periodo
dell'ente, gli impegni enfatizzati nel corso delle interviste, le
politiche e le azioni.
Figura 3 Schema
esemplificativo del rapporto sulle politiche
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Prime indicazioni
dalla fase di sperimentazione locale
Da questa prima fase del processo di costruzione del bilancio ambientale
CLEAR si possono trarre alcune indicazioni.
Nel "Documento di facilitazione" che ha accompagnato la
sperimentazione locale erano contenuti, sulla base di precedenti
esperienze, alcuni suggerimenti su cosa fare e sugli errori da evitare.
In particolare si sottolineava la necessità di esaminare
gli aspetti e gli impatti ambientali di tutte le principali politiche
e non solo di quelle ambientali (intersettorialità), e si
consigliava che a esplicitare i contenuti della politica in questione
fosse l'assessore di riferimento (quello con la delega sulla competenza)
per poi rilevare la descrizione degli impegni e delle attività
in maggiore dettaglio con il dirigente o i funzionari.
La prima osservazione che si può trarre dalla sperimentazione
locale è che l'intersettorialità della politica ambientale
è stata effettivamente percepita e la partecipazione e il
coinvolgimento degli assessorati diversi dall'ambiente (ad esempio
urbanistica, mobilità e lavori pubblici per i Comuni o attività
produttive, agricoltura per le Province) sono stati molto positivi.
Una seconda osservazione è relativa al coinvolgimento interno
di assessori e dirigenti. Sono state molto utili le presentazioni
del progetto in Giunta, nei coordinamenti dei dirigenti e anche
a livello di direzione generale. Tali iniziative, propedeutiche
alle interviste e alla definizione delle politiche, hanno permesso
di condividere gli obiettivi del progetto CLEAR e la struttura del
processo di rendicontazione che porterà alla costruzione
del bilancio ambientale dell'ente.
Un'ultima osservazione è relativa all'efficacia del processo.
Aver evitato elaborazioni che fossero solo desk, ovvero centrate
soltanto sull'analisi dei documenti dell'ente, è stato un
approccio che, sebbene più complesso, ha permesso di abbreviare
i tempi di elaborazione del documento sulle politiche ambientali
dell'ente, garantendo, attraverso le interviste ad assessori e dirigenti,
una più corretta definizione delle priorità locali
in tema di politica ambientale e l'assunzione di responsabilità.
(1)
Si veda in proposito larticolo
di Alessandra Vaccari pubblicato nella precedente newsletter
(n. 1) dove, tra laltro, si dice:
lo scopo principale
di CLEAR, il sistema di rendicontazione, deve basarsi sulla esplicitazione
formale degli impegni, delle politiche, delle strategie che lente
assume come prioritarie. È solo da una corretta elaborazione
degli scopi che è possibile condividere cosa è veramente
importante, chiarire le attività programmate e condividere
le ispirazioni valoriali sottese.
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