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prima fase primi risultati
sperimenatzione locale a reggio emilia
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settembre 2002
stato dei lavori dicembre 03

esperienze

CLEAR
La prima fase e i primi risultati
di Andrea Caldelli
staff di coordinamento CLEAR

Fase desk di preparazione
Analisi desk delle politiche e delle azioni
Interviste ad amministratori e dirigenti
Redazione e validazione del rapporto sulle politiche
Prime indicazioni dalla fase di sperimentazione locale

 

Il progetto CLEAR è entrato nella sua fase di sperimentazione locale con l'esplicitazione delle politiche degli enti partner.
Questa fase è senza dubbio la più delicata e complessa perché partendo da documenti programmatici (relazione previsionale e programmatica, programma di mandato, PTCP-Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale, PEG-Piano Esecutivo di Gestione, programmi specifici) e integrando tali documenti con interviste ad amministratori e dirigenti, ha portato alla definizione dell'insieme di politiche e azioni con un contenuto ambientale che gli enti hanno promosso o intendono promuovere e sulle quali sarà costruito il sistema di indicatori.
Dall'osservazione del lavoro svolto dai team locali che ciascuno dei 18 partner ha costituito, si possono individuare quattro passi successivi, di seguito brevemente descritti, che hanno portato al documento sulle politiche ambientali dell'ente:

1 fase desk di preparazione
2 analisi desk delle politiche e delle azioni
3 interviste ad amministratori e dirigenti
4 redazione e validazione del rapporto sulle politiche

 

Fase desk di preparazione

Il "Documento di facilitazione" di CLEAR (prodotto dai gruppi di lavoro e finalizzato a introdurre la sperimentazione) è stato il punto di partenza per il lavoro dei team locali. L'allegato relativo agli ambiti di rendicontazione raggruppava le diverse competenze dell'ente (ovvero ciò che deve fare per legge) in macro-ambiti di competenza, distinti per Comuni (sviluppo urbano, mobilità sostenibile, rifiuti ecc.) e Province (agricoltura, artigianato e attività produttive, risorse idriche ecc.), per poi specificare le diverse politiche (ambiti di rendicontazione). In definitiva la griglia con gli ambiti di rendicontazione rispondeva alla domanda "su cosa rendiconto?", ovvero quali sono le politiche e le azioni con contenuto ambientale dei cui esiti occorre dare conto.
Ogni team locale ha verificato e completato, rispetto alla propria struttura e alle proprie attribuzioni, l'elenco allegato delle competenze. In alcuni casi le competenze sono state integrate, considerata anche la diversa localizzazione dei 18 partner posti in sette Regioni diverse; in particolare tale necessità è emersa principalmente nelle Province per le quali le competenze delegate dalle rispettive Regioni di appartenenza (Campania, Piemonte e Emilia Romagna) erano, in qualche caso, differenti.
Sono stati infine individuati i responsabili delle singole competenze, lavorando sull'organigramma interno all'ente. Questa fase di adattamento della griglia svolta dai partner e propedeutica all'analisi vera e propria delle politiche, ha facilitato il lavoro successivo e, in particolare, le interviste ad assessori e dirigenti.

Figura 1 Schema esemplificativo di rielaborazione dell'allegato 1 del "Documento di facilitazione". Per ciascuna competenza deve essere identificato il dirigente responsabile

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Analisi desk delle politiche e delle azioni

L'analisi delle politiche e delle azioni è stato il secondo passo della fase, un'analisi svolta dal team locale sui documenti dell'ente per attribuire obiettivi e azioni ai diversi ambiti di rendicontazione.
I documenti analizzati sono stati vari, ma ogni ente ha scelto quelli che consentivano una più corretta individuazione delle politiche e delle azioni a contenuto ambientale. In generale il PEG (Piano Esecutivo di Gestione) si è rivelato centrale per il suo dettaglio analitico; le azioni del PEG hanno potuto essere direttamente collegate agli ambiti di rendicontazione e ai dirigenti responsabili individuati nella sottofase precedente.
Un altro documento utile è stato il Piano di Azione di Agenda 21, elaborato soltanto da quei partner che hanno avviato un processo di Agenda 21. L'importanza del documento risiede nel fatto che è già focalizzato sulle azioni ambientali che l'ente dovrebbe avviare e che sono considerate prioritarie dal forum locale dei portatori di interesse, sebbene non tutte le azioni siano effettivamente state adottate dall'amministrazione. La lettura del Piano di Azione richiede dunque un'attenta verifica con i dirigenti per valutare ciò che effettivamente è stato assunto come impegno dall'ente.
Se il PEG e il Piano di Azione di Agenda 21 hanno permesso di individuare alcune delle azioni prioritarie dell'ente in tema ambientale, il Programma di mandato, la Relazione Previsionale e Programmatica, il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale, sono i documenti dai quali sono state tratte molte delle politiche e degli impegni a medio e lungo periodo; tali impegni e politiche sono poi stati verificati nella successiva fase di intervista.

Figura 2 Schema esemplificativo delle azioni del PEG (colonna "Attività/azioni) inserite all’interno della griglia precedente.

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Interviste ad amministratori e dirigenti

Se attraverso la fase di preparazione e l'analisi iniziale della distribuzione delle competenze nell'ente, erano state individuate le responsabilità e le deleghe di assessori e dirigenti relativamente ai diversi ambiti di rendicontazione, il lavoro desk svolto sui documenti programmatici ha permesso una prima individuazione di politiche e azioni ambientali.
Questo elenco è stato sottoposto ad amministratori e dirigenti ai quali, attraverso interviste dirette non strutturate, è stato chiesto di verificare la completezza delle azioni individuate e di indicare ulteriori politiche e azioni a contenuto ambientale del proprio assessorato/settore/servizio. Inoltre gli assessori e i dirigenti hanno individuato le priorità dei propri obiettivi ambientali, ovvero quali fossero le attività e le politiche più importanti.
In generale la definizione delle priorità è stata abbastanza agevole e si può sottolineare come questo aspetto sia centrale anche nella fase successiva di coinvolgimento degli stakeholder (1).

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Redazione e validazione del rapporto sulle politiche

Il lavoro desk svolto sulle politiche e le azioni, integrato con gli obiettivi espressi da assessori e dirigenti, ha portato alla elaborazione da un lungo elenco di politiche e azioni, caratterizzate ciascuna da un orizzonte temporale diverso: gli obiettivi strategici dell'ente di medio-lungo periodo, le politiche di breve-medio periodo e le azioni, già attuate o in fase di attuazione. Questo lungo elenco (che è stato ribattezzato scherzosamente "l'elencone") è stato rielaborato dai team locali che, sulla base delle precedenti dichiarazioni di assessori e dirigenti, hanno riordinato le politiche e le azioni, a partire dagli obiettivi strategici posti in evidenza, per enfatizzare la gerarchia degli impegni dell'ente.
Il documento così ottenuto, contenente anche una sintesi del processo attivato e una visione di insieme dei settori/servizi coinvolti nel processo di rendicontazione, ha assunto la forma di un rapporto in cui, per ciascuno dei macro-ambiti di competenze, sono individuati gli obiettivi strategici di medio lungo periodo dell'ente, gli impegni enfatizzati nel corso delle interviste, le politiche e le azioni.

Figura 3 Schema esemplificativo del rapporto sulle politiche

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Prime indicazioni dalla fase di sperimentazione locale

Da questa prima fase del processo di costruzione del bilancio ambientale CLEAR si possono trarre alcune indicazioni.
Nel "Documento di facilitazione" che ha accompagnato la sperimentazione locale erano contenuti, sulla base di precedenti esperienze, alcuni suggerimenti su cosa fare e sugli errori da evitare. In particolare si sottolineava la necessità di esaminare gli aspetti e gli impatti ambientali di tutte le principali politiche e non solo di quelle ambientali (intersettorialità), e si consigliava che a esplicitare i contenuti della politica in questione fosse l'assessore di riferimento (quello con la delega sulla competenza) per poi rilevare la descrizione degli impegni e delle attività in maggiore dettaglio con il dirigente o i funzionari.
La prima osservazione che si può trarre dalla sperimentazione locale è che l'intersettorialità della politica ambientale è stata effettivamente percepita e la partecipazione e il coinvolgimento degli assessorati diversi dall'ambiente (ad esempio urbanistica, mobilità e lavori pubblici per i Comuni o attività produttive, agricoltura per le Province) sono stati molto positivi.
Una seconda osservazione è relativa al coinvolgimento interno di assessori e dirigenti. Sono state molto utili le presentazioni del progetto in Giunta, nei coordinamenti dei dirigenti e anche a livello di direzione generale. Tali iniziative, propedeutiche alle interviste e alla definizione delle politiche, hanno permesso di condividere gli obiettivi del progetto CLEAR e la struttura del processo di rendicontazione che porterà alla costruzione del bilancio ambientale dell'ente.
Un'ultima osservazione è relativa all'efficacia del processo. Aver evitato elaborazioni che fossero solo desk, ovvero centrate soltanto sull'analisi dei documenti dell'ente, è stato un approccio che, sebbene più complesso, ha permesso di abbreviare i tempi di elaborazione del documento sulle politiche ambientali dell'ente, garantendo, attraverso le interviste ad assessori e dirigenti, una più corretta definizione delle priorità locali in tema di politica ambientale e l'assunzione di responsabilità.

 

(1) Si veda in proposito l’articolo di Alessandra Vaccari pubblicato nella precedente newsletter (n. 1) dove, tra l’altro, si dice: “…lo scopo principale di CLEAR, il sistema di rendicontazione, deve basarsi sulla esplicitazione formale degli impegni, delle politiche, delle strategie che l’ente assume come prioritarie. È solo da una corretta elaborazione degli scopi che è possibile condividere cosa è veramente importante, chiarire le attività programmate e condividere le ispirazioni valoriali sottese.”

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