I
disegni di legge sulla contabilità ambientale al Senato
Presto una legge?
di Ilaria Di Bella
La contabilità ambientale torna all’ordine del giorno
del Senato. Tre i disegni di legge attualmente all’esame della
commissione Ambiente. Alla proposta di legge Giovanelli, ripresentata
nel testo già licenziato da Palazzo Madama nella passata
legislatura, sono stati affiancati analoghi disegni di legge dei
Verdi e di Alleanza nazionale. Il relatore (che ha il compito di
illustrare le proposte alla commissione, e poi all’Aula, seguendo
l’intero esame del provvedimento) è il senatore Egidio
Luigi Ponzo (Forza Italia). Un “comitato ristretto”,
composto da un senatore per gruppo parlamentare più il relatore,
è stato incaricato di effettuare audizioni tra i soggetti
interessati e di arrivare a un “testo unificato”, sulla
base del quale presentare emendamenti.
Un po’ di storia
Primo: far emergere nelle politiche pubbliche i “costi occulti”
dello sviluppo, pagati in termini di esaurimento delle risorse naturali
non rinnovabili e di impoverimento di quelle rinnovabili, di misure
contro l’inquinamento, di spese per il risarcimento del danno
dopo le calamità o per le cure mediche dovute alle condizioni
insalubri di vita. Tutti costi “a carico dell’ambiente”,
non computati dalla contabilità tradizionale, che considera
ancora un’alluvione come un aumento del Prodotto Interno Lordo.
Secondo: fornire agli amministratori pubblici uno strumento per
tenere conto della realtà di questi costi ambientali nel
valutare l’efficacia e l’efficienza delle politiche
di governo del territorio, e in particolare delle città dove
vive la maggioranza della popolazione italiana.
Con questi obiettivi nel 1998 nasce in Italia il
primo disegno di legge sulla contabilità ambientale pubblica,
finalizzato a istituire l’obbligo, per Comuni, Province, Regioni
e Stato, di adottare un bilancio ambientale accanto a quello tradizionale
di natura economico-finanziaria. Il primo firmatario del disegno
di legge, unico nel suo genere e senza omologhi in Europa, è
il diessino Fausto Giovanelli, allora presidente della Commissione
Ambiente del Senato. La proposta è il frutto della lunga
collaborazione tra Palazzo Madama e il Consiglio Nazionale dell’Economia
e del Lavoro (CNEL), che raccoglie indicazioni e osservazioni da
parte dei principali soggetti interessati, dall’Istat al ministero
dell’Ambiente, dalla Ragioneria generale dello Stato all’Anpa
e alle Arpa, dall’Enea all’Anci, dall’Upi alle
Regioni.
Il testo finale viene sottoscritto da tutti i gruppi parlamentari
(eccetto la Lega) e approvato dal Senato il 14 luglio 1999. La Camera
non riuscirà a terminarne l’esame prima della fine
della legislatura (marzo 2001).
Nel frattempo, alcuni enti locali decidono che è venuto il
momento di sperimentare questa nuova forma di contabilità
proposta dal disegno di legge. La Provincia di Bologna dà
il via, con un finanziamento del ministero dell’Ambiente,
a un progetto che produrrà uno studio sul costo reale dell’acqua
corrente (molto più alto di quello effettivamente pagato
dai cittadini).
Nasce il progetto CLEAR, finanziato dalla Commissione Europea: ben
18 enti locali approveranno, entro la prima metà del 2003,
il proprio “ecobilancio”, seguendo un percorso di ricerca
coordinato che approderà alla realizzazione di un metodo
e di principi contabili.
La struttura del disegno di legge
Due sono le scelte di fondo operate dal disegno di legge.
La prima riguarda l’adozione della contabilità ambientale
come strumento per orientare alla sostenibilità le politiche
economiche. La tesi è che solo “internalizzando”
i costi occulti di natura ambientale, ovvero facendo in modo –
attraverso la politica e l’amministrazione – che il
mercato tenga conto del “prezzo” dell’ambiente,
il perseguimento dello sviluppo sostenibile non sarà un ossimoro
ma una realtà.
La seconda è che quello ecologico sia un bilancio satellite
rispetto al bilancio economico-finanziario, rinunciando così,
per ora, a ogni irrealistica ipotesi di integrazione tra le due
contabilità o di correzione in senso ambientale dei documenti
di bilancio tradizionali (tendenza che aveva portato a teorizzare,
ad esempio, il “PIL verde”). I presupposti sono il V
Programma d’azione ambientale della Comunità Europea,
che raccomanda l’adozione di conti ambientali satellite da
parte degli stati membri, e le azioni dell’UE finalizzate
all’individuazione di un set comune di indicatori ambientali
per monitorare lo stato dell’ambiente e l’efficacia
delle politiche.
In questo caso la tesi è che in campo ambientale è
necessario passare dal “laboratorio alle istituzioni”,
che significa smettere di ricercare indicatori e altri strumenti
statistici perfetti e realizzare invece una “cassetta degli
attrezzi” in grado di aiutare da subito gli amministratori
pubblici. Per questo il target di riferimento è costituito
dagli organi di governo della Pubblica amministrazione e non dalle
imprese, che hanno già adottato volontariamente bilanci e
altri strumenti per la gestione ambientale.
Il disegno di legge istituisce l’obbligo per i Comuni, le
Province, le Regioni e lo Stato di approvare, entro il 2004, bilanci
“verdi” accanto e “contestualmente” (cioè
nello stesso momento) ai tradizionali documenti di programmazione
economico-finanziaria e di bilancio. I due documenti vengono così
“appaiati” e confrontati, dagli organi di governo del
territorio, nella stessa sessione di bilancio. La scadenza viene
differita al 2007 per i Comuni più piccoli.
Entro il 2003 gli enti locali e lo Stato dovranno invece dotarsi
di sistemi di conti ambientali, cioè di sistemi informativi
che misurano la consistenza e le variazioni del patrimonio naturale,
le interazioni tra l’economia e l’ambiente, le spese
per la prevenzione, la protezione e il ripristino in materia ambientale.
Si tratta in sostanza dei dati sui cui vengono poi costruiti gli
“ecobilanci”.
Gli strumenti statistici e tecnico-scientifici indicati dal disegno
di legge per l’elaborazione dei dati ambientali sono quelli
messi a punto dall’Istituto di statistica europeo (Eurostat)
e da quelli dei Paesi membri. Si tratta in particolare del SERIEE
(Système Européen de Rassemblement de l’Information
Economique sur l’Environnement), un sistema di conti satellite
studiato per affiancare le informazioni fornite dai conti economici
ad altre sulla spesa per la prevenzione, la riduzione e l’eliminazione
dell’inquinamento, del NAMEA, una matrice che affianca informazioni
fisiche e monetarie, e del sistema degli indicatori settoriali di
pressione ambientale, che consente di misurare in termini fisici
la pressione esercitata sull’ambiente dalle attività
umane.
Per quanto riguarda le competenze, la gestione del sistema dei conti
viene affidata all’Istat, mentre l’Enea contribuisce
a elaborare strumenti e modelli; la raccolta dei dati alle Regioni,
alle Province e ai Comuni, insieme all’Anpa e alle Arpa.
Prevista anche una fase di sperimentazione finanziata, che precede
qualsiasi termine perentorio.
Altre proposte sul tavolo
Le altre proposte sul tavolo della Commissione Ambiente hanno la
stessa struttura del disegno di legge Giovanelli, con qualche differenza.
Il testo di cui è primo
firmatario il senatore Giuseppe Specchia (An) contiene un unico
termine (il 2004 per i Comuni più grandi, il 2007 per quelli
più piccoli) per l’adozione dei bilanci ambientali
(che vengono definiti documenti di contabilità ambientale),
strutturati sulla base dei conti ambientali di competenza di ciascun
livello istituzionale (senza prevedere una scadenza per l’introduzione
obbligatoria di questi ultimi).
Vengono specificate nel dettaglio le competenze spettanti allo Stato,
alle Regioni e agli enti locali in materia di contabilità
ambientale. Allo Stato spettano compiti di indirizzo, controllo
e supporto, nonché di revisione della contabilità
economica nazionale, e l’applicazione delle metodologie al
bilancio. Le Regioni dovranno fornire indicazioni agli enti locali
e adeguare i propri strumenti contabili, mentre agli enti locali
spetterà il compito di fornire informazioni agli enti sovraordinati
(oltre a redigere propri ecobilanci). Tra gli organismi istituzionali
coinvolti, viene inserito anche il CNR, che provvede a eseguire
rilevamenti ambientali utilizzando le tecnologie installate sul
Laboratorio aereo per la ricerca ambientale.
Il provvedimento del Sole che
ride, di cui è primo firmatario il senatore Sauro Turroni,
vicepresidente della Commissione Ambiente, prevede un unico termine,
il 2004, per l’entrata in vigore dell’obbligo relativo
all’adozione del “documento di contabilità ambientale”
per i Comuni, le Province, le Regioni e lo Stato. Accanto alla contabilità
ambientale pubblica, viene inquadrata anche quella del settore privato.
Le imprese che si dotano di ecobilanci vengono iscritte in un albo
e si avvalgono di un credito d’imposta pari al 10 per cento
delle spese sostenute per la sua predisposizione. Nelle misure di
sviluppo sostenibile viene inserito anche il “bilancio ecologico
territoriale”, che quantifica i livelli di emissioni inquinanti
globali del territorio di competenza degli enti locali e delle Regioni
e rappresenta la base per la creazione dei patti territoriali per
lo sviluppo sostenibile, fornendo un criterio di priorità
assoluta per i finanziamenti.
Dalla delegazione
interparlamentare una risoluzione sulla contabilità verde
pubblica e privata |
Perseguire lo sviluppo sostenibile
attraverso un approccio integrato, che coinvolga tutte le
iniziative e i poteri pubblici. Considerare la sostenibilità
una volta per tutte come un giano bifronte, con una dimensione
ambientale e l’altra, inseparabile, sociale. Riformare
la governance a tutti i livelli, anche attraverso la contabilità
“verde”.
Sono questi i temi della risoluzione approvata al World Summit
di Johannesburg dalla delegazione “interparlamentare”,
composta da senatori e deputati di tutti i parlamenti del
mondo.
Approvato al termine di una settimana di incontri, il documento
investe le assemblee legislative del mondo della responsabilità
di riformare la governance e i processi decisionali per “tenere
conto degli imperativi dello sviluppo sostenibile”.
Per attuare un approccio integrato allo sviluppo sostenibile
in tutte le iniziative e nelle istituzioni pubbliche, i parlamentari
si sono impegnati a lavorare a nuove norme di regolazione
e amministrazione e a mettere a punto agende nazionali per
la sostenibilità sulla base di obiettivi quantificati.
I rappresentanti delle assemblee elettive hanno inoltre convenuto
sulla necessità di introdurre regole più severe
in materia di studi di impatto ambientale e leggi in materia
di contabilità ambientale sia nel settore pubblico
che in quello privato. Le istituzioni e i processi democratici
dovranno inoltre essere “conformi allo stato di diritto
e rispettosi dei diritti fondamentali dell’uomo”.
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Disegno
di Legge n. 188 Fausto Giovanelli
Disegno
di Legge n. 958 Giuseppe Specchia
Disegno
di Legge n. 900 Sauro Turroni
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