Da
“Local Agenda 21” a “Local Action 21”
Documento conclusivo della “Local
Government Session” di Johannesburg
Parallelamente al World Summit, nella città
di Johannesburg si sono svolte innumerevoli iniziative promosse
da associazioni non governative di tutto il mondo. L’evento
forse più interessante – e certamente il più
costruttivo – è stata la “Local Government Session”,
organizzata dal 27 al 30 agosto dall’ICLEI (The International
Council for Local Environmental Initiatives). All’incontro,
preparato attraverso un lavoro di 18 mesi, hanno partecipato le
rappresentanze delle principali associazioni dei Governi locali
con l’obiettivo di predisporre un “Plan of Implementation”,
cioè una nuova linea guida per sviluppare le politiche territoriali
al di là di quanto ottenuto con dieci anni di applicazione
delle Agende 21 Locali.
Lo slogan dell’incontro era infatti: “From Local Agenda
21 to Local Action 21”, a indicare la volontà di un
passaggio dalle analisi iniziali all’intervento concreto nelle
politiche reali.
Presentiamo qui di seguito il documento conclusivo, approvato all’unanimità
dalle associazioni presenti, e ci riserviamo di approfondire l’argomento
e le sue implicazioni rispetto al Progetto CLEAR.
Summit mondiale sullo sviluppo sostenibile
Johannesburg 26 agosto-4 settembre 2002
Dichiarazione dei Governi locali
Noi, Sindaci, leader e rappresentanti delle città e dei
Governi locali di tutto il mondo, e delle loro associazioni nazionali
ed internazionali, riuniti a Johannesburg in occasione del Summit
mondiale sullo sviluppo sostenibile (WSSD), sottoscriviamo la seguente
Dichiarazione:
Felicitandoci dell’iniziativa
dell'ONU e dei suoi Stati membri di riunirsi in un Summit mondiale
sullo sviluppo sostenibile in un momento di cruciale importanza
per la vita del nostro pianeta,
Impegnati nel raggiungere gli obiettivi
e i target dell’Agenda 21 e della Millenium Declaration dell’ONU
nella lotta alla povertà globale e per uno sviluppo sostenibile,
Riaffermando il nostro impegno verso i principi dello sviluppo
sostenibile, tra cui la solidarietà, la trasversalità
(integrare la dimensione economica, sociale ed ambientale), la partecipazione
della società civile ai processi decisionali, e la responsabilità
verso le future generazioni e le popolazioni svantaggiate,
Coscienti che, nonostante molto impegno e molti successi
– soprattutto da parte dei Governi locali – rispetto
all’Agenda 21, siamo tuttora lontani dal raggiungere un futuro
sostenibile per l’umanità,
Fortemente preoccupati dall’inarrestabile
processo di depauperamento delle risorse del pianeta e di degrado
dell’ambiente globale,
Convinti che, se si vogliono risolvere
le sfide che il mondo ha di fronte, è essenziale una stretta
collaborazione tra tutti i livelli di governo, dall’internazionale
al locale,
Richiamando l’importante ruolo
svolto dai rappresentanti dei Governi locali al Summit di Rio del
1992, ruolo che l’Agenda 21 attribuiva per il futuro ai Governi
locali non solo nel capitolo 28 (che trattava specificatamente il
contributo delle amministrazioni locali), ma anche in molti capitoli
tematici,
Ricordando anche che dal 1992 oltre
6000 Governi locali hanno avviato con le loro comunità un
processo di Agenda 21 Locale, e molti altri hanno intrapreso strategie
per integrare le dimensioni economiche, sociali ed ambientali nello
sviluppo locale,
Ricordando inoltre le conclusioni, le richieste e gli impegni
contenuti nella Dichiarazione finale della Seconda assemblea mondiale
delle Città e delle Autorità locali a Rio de Janeiro
il 6 maggio 2001,
Sottoscrivendo le conclusioni e le strategie future emerse
dal Local Government Dialogue Paper per il Summit mondiale sullo
sviluppo sostenibile,
Compiacendoci per la crescente collaborazione
tra i Governi locali, l’ONU e le altre organizzazioni internazionali
per una maggiore decentralizzazione e sviluppo delle capacità
degli enti locali e delle loro associazioni, tra cui in particolare
la costituzione nel 1999 del Comitato Consultivo delle Autorità
locali (UN Advisory Committee of Local Authorities) tramite UN-Habitat.
Il contesto
1. Poiché attualmente metà della popolazione mondiale
vive in insediamenti urbani, e si prevede che il pianeta raggiungerà
gli 8 miliardi di abitanti entro il 2025, la gestione delle città
e lo sviluppo sostenibile diventano temi critici del 21° secolo.
Gli Stati nazionali da soli non possono gestire in modo centralizzato
né controllare le città, complesse e in continua evoluzione,
di oggi e di domani. Possono farlo solo i Governi locali decentrati,
che sono in stretto contatto con i propri cittadini e che collaborano,
parallelamente, con i governi nazionali. Anche il futuro degli insediamenti
rurali è di vitale importanza, visto che i legami e le interdipendenze
tra rurale ed urbano stanno diventando le questioni centrali per
il futuro dello sviluppo sostenibile.
2. Gli effetti della liberalizzazione economica e della globalizzazione
sono maggiormente avvertiti a livello locale. Mentre molti soggetti
hanno tratto benefici da questi processi (ad esempio, grazie a nuovi
investimenti nelle economie locali), il crescente scarto tra ricchi
e poveri, con l’aumento in molti casi dei livelli di povertà
assoluta, ha causato crescenti problemi di insicurezza, esclusione
sociale e degrado ambientale. Gli impatti negativi della globalizzazione
sono avvertiti ovunque, ma soprattutto nei Paesi in via di sviluppo
e rischiano di indebolire lo sforzo positivo delle Autorità
locali. A questi impatti negativi si aggiungono modelli di produzione
e di consumo insostenibili.
3. Nel 1992 a Rio la comunità internazionale e tutti i partner
hanno stabilito gli obiettivi e le azioni necessarie per raggiungere
un futuro sostenibile. Nell’insieme, i passi fatti finora
per implementare l’Agenda 21 non si sono mostrati adeguati
ai problemi identificati. Inoltre, l’ultimo decennio ha visto
crescere conflitti, gravi attentati ai diritti umani, disastri ecologici
oltre all’aumento delle disuguaglianze sociali. Una grande
parte della popolazione umana non ha accesso nemmeno ai servizi
più essenziali.
4. Tuttavia, dal 1992 molti Governi locali hanno giocato un ruolo
significativo e positivo nel portare avanti gli impegni di Rio,
soprattutto tramite i processi di Agenda 21 Locale. In questo lasso
di tempo, è anche cambiato il ruolo dell’ente locale
come catalizzatore di sviluppo e leader della comunità, con
una forte enfasi sulla collaborazione con la società civile
e il mondo degli affari; si sono anche sviluppate in modo positivo
le relazioni con l’ONU. Tuttavia, l’esclusione del riconoscimento
di un ruolo di governo degli enti locali all’interno del sistema
delle Nazioni Unite costituisce un ostacolo significativo alla capacità
dei Governi locali di raggiungere uno sviluppo sostenibile.
I nostri principi
5. Crediamo che ci siano, per i Governi locali, quattro principi
strettamente legati, che devono permeare e sostenere tutti i nostri
sforzi per combattere la povertà e costruire un mondo pacifico
e sostenibile:
• Primo: il principio dello sviluppo sostenibile, nelle sue
dimensioni economica, sociale, ambientale e culturale;
• Secondo: una efficace decentralizzazione democratica, accompagnata
dalle necessarie competenze e da adeguate risorse finanziarie;
• Terzo: la “Good Governance”, intesa come leadership
efficace, trasparenza, responsabilizzazione, onestà, gestione
corretta, servizi efficienti, equo accesso ai servizi e impegno
alla collaborazione e costruzione di capacità istituzionale;
• Quarto: cooperazione e solidarietà: partnership per
lo scambio di buone pratiche, sostegno e apprendimento reciproco.
Ci proponiamo di lavorare in sintonia e collaborare con i nostri
governi nazionali, con la comunità internazionale e con la
società civile per promuovere questi principi e per sviluppare
competenze e capacità.
Impegni degli enti locali
6. Con questi presupposti, riaffermiamo il nostro forte impegno
nei confronti dell’Agenda 21 e ci impegniamo inoltre a:
• sostenere i target di sviluppo della Millenium Declaration
dell’Assemblea Generale, compreso l’obiettivo primario
di ridurre entro il 2015 la proporzione di coloro che vivono in
povertà assoluta, e quello di migliorare in modo significativo
entro il 2020 la qualità della vita di 100 milioni di abitanti
degli “slum”;
• lavorare con i governi nazionali e la comunità internazionale
per rafforzare la capacità dei Governi locali di occuparsi
di sviluppo sostenibile, in particolare attraverso i processi di
dialogo approvati nel 2001 dalla Commissione delle Nazioni Unite
sugli Insediamenti Umani e facendo riferimento alla Dichiarazione
dell’Assemblea Generale (paragrafo 37) in occasione del bilancio
quinquennale del Summit di Istanbul sugli Insediamenti Umani;
• sviluppare strategie locali e urbane che integrino le dimensioni
economiche, sociali, ambientali e culturali dello sviluppo;
• nel prossimo decennio, continuare a costruire sui successi
della “Local Agenda 21” e accelerarne la realizzazione
attraverso campagne e programmi di “Local Action 21”,
in grado di creare comunità e città sostenibili proteggendo
al contempo i beni comuni;
• intraprendere attività e partnership di cooperazione
decentrata, miranti all’apprendimento reciproco, allo scambio
di buone pratiche e alla promozione di capacità per lo sviluppo
sostenibile, soprattutto nel contesto di una crescente urbanizzazione;
• sviluppare una nuova e più profonda cultura di sostenibilità
nelle nostre città e territori, compreso un impegno a favore
di politiche di approvvigionamento e modelli di consumo compatibili
con l’ambiente, pianificazione sostenibile, investimento e
gestione di risorse, e la promozione di fonti alternative di energia
pulita; a questo scopo, chiediamo a tutti i Governi locali di prendere
in considerazione la sottoscrizione della Earth Chart;
• sviluppare una governance locale trasparente e efficace
che comprenda un ruolo proattivo di leadership della comunità,
che lavori con le organizzazioni locali di società civile
e col settore privato, e che assicuri un’equa partecipazione
di uomini e donne nonché l’attivo coinvolgimento dei
settori svantaggiati.
• gestire le collettività locali secondo un approccio
olistico, per ottenere efficacemente obiettivi di sviluppo attraverso
la gestione integrata di risorse finanziarie, umane e naturali.
Appello alle associazioni internazionali
di città e Governi locali
7. Chiediamo ai membri del Coordinamento delle Associazioni mondiali
di Città e Governi locali – l’Organizzazione
delle Città Arabe (Arab Towns Organisation, ATO), l’Unione
Internazionale delle Autorità locali (International Union
of Local Authorities, IULA), la Federazione Mondiale delle Città
Unite (United Towns Organisation, UTO) e Metropolis – nonché
all’ICLEI (The International Council for Local Environmental
Initiatives), all’Organizzazione delle Città e Capitali
islamiche (OICC) e alle associazioni di Governo locale regionale,
in conformità ai loro rispettivi mandati:
• di organizzare una campagna mondiale (Millenium Towns and
Cities Campaign) per promuovere la presa di coscienza degli enti
locali e il loro impegno verso i target di sviluppo internazionale
delineati nella Millenium Resolution dell’Assemblea Generale,
e di collaborare a questo fine con le Nazioni Unite;
• di intraprendere partenariati con i governi nazionali, le
organizzazioni internazionali e altri settori per realizzare campagne
e programmi per la realizzazione di Agende 21 Locali;
• di promuovere e organizzare programmi per il rafforzamento
degli enti locali, l’apprendimento reciproco e la creazione
di competenze, grazie alla cooperazione decentrata, la rete delle
città sostenibili, integrando gli scambi di esperienze tra
i Governi locali per lo sviluppo sostenibile;
• di rafforzare la collaborazione con l’ONU, in particolare
con UN-Habitat per le questioni relative a Habitat Agenda, con l’UNDP
(United Nations Development Programme) per i programmi di sviluppo,
con l’UNEP (United Nations Environment Programme) per temi
ambientali rilevanti, con l’Organizzazione Mondiale della
Sanità (WHO) per i problemi della salute, con UNITAR (United
Nations Institute for Training and Research) per la formazione in
materia di sviluppo sostenibile, nonché rafforzare la cooperazione
con la Commissione sullo Sviluppo Sostenibile e le istituzioni e
agenzie competenti delle Nazioni Unite, nel quadro dei rispettivi
mandati;
• di sviluppare rapporti più stretti con le Nazioni
Unite, sostenendo il lavoro e lo sviluppo del Comitato Consultivo
delle Autorità locali (UN Advisory Committee of Local Authorities,
UNACLA), affinché questo possa divenire il “portale”
per coordinare il coinvolgimento dell’ONU nel Governo locale;
• di completare il processo di unificazione tra IULA e UTO,
con lo scopo di avere un’unica organizzazione rappresentativa
a livello generale, che agisca a sostegno del Governo locale e come
portavoce presso le Nazioni Unite e la comunità internazionale;
• di organizzare una discussione permanente sull’impatto
della liberalizzazione sui servizi pubblici locali, per assicurare
che i fondamentali servizi di pubblico interesse siano mantenuti,
e che i fattori sociali e ambientali siano adeguatamente integrati
nello spazio decisionale pubblico.
Appello ai governi nazionali
8. Chiediamo ai nostri governi nazionali di:
• lavorare con gli enti locali, e le loro associazioni nazionali
ed internazionali, al fine di rafforzare la capacità del
Governo locale, le competenze e le risorse (compreso uno sviluppo
di leadership locale), soprattutto per far fronte alle sfide dello
sviluppo sostenibile e dell’urbanizzazione;
• coinvolgere gli enti locali come partner allo stesso livello
nelle alleanze e nelle strategie operative nazionali di sviluppo
sostenibile;
• lanciare e supportare campagne nazionali per la pianificazione
dello sviluppo sostenibile locale e la protezione del patrimonio
mondiale per potenziare “Local Action 21”;
• giocare un ruolo attivo e positivo nel perseguire le decisioni
dell’Assemblea Generale e della Commissione dell'ONU sugli
insediamenti umani relative a una effettiva decentralizzazione e
al rafforzamento delle Autorità locali, includendo l’identificazione
dei principi chiave e favorendo contesti legali appropriati per
le sfide dello sviluppo sostenibile e per l’Habitat Agenda;
• promuovere ed istituire programmi per il rafforzamento del
Governo locale, dell’apprendimento reciproco e della creazione
di competenze, tramite la cooperazione decentrata, assicurando che
siano attivati meccanismi riconosciuti per legge e risorse finanziarie;
• sostenere il lavoro delle agenzie competenti delle Nazioni
Unite, tra cui UN-Habitat, sviluppando una collaborazione effettiva
con i Governi locali per affrontare questioni di sviluppo sostenibile,
decentralizzazione democratica effettiva e “good governance”;
• affermare il principio di partnership con le città
e i Governi locali come punto pertinente ed essenziale per il raggiungimento
dello sviluppo sostenibile;
• garantire e rafforzare il ruolo attivo del Governo locale
in quanto partner essenziale nelle iniziative regionali per lo sviluppo
sostenibile, in particolare nel quadro del New Partnership for African
Development (NEPAD).
Appello alle Nazioni Unite e alla comunità
internazionale
9. Chiediamo alle Nazioni Unite e alla comunità internazionale
di:
• riconoscere che il Governo locale è un ambito di
governo non secondario, vitale per il successo dello sviluppo sostenibile
e la good governance, e non un gruppo non governativo o settoriale;
• rafforzare lo spirito di partnership con gli enti locali
in tutte le aree rilevanti di attività e interessi reciproci,
soprattutto sostenendo il ruolo specifico di UN-Habitat come partner
fondamentale degli enti locali in relazione agli insediamenti umani
sostenibili;
• sviluppare e rafforzare il lavoro ed il ruolo di UN Advisory
Committee of Local Authorities, utilizzandolo come punto di coordinamento
per il lavoro con i Governi locali attraverso il ventaglio di competenze
delle Nazioni Unite, e intensificare la collaborazione con le associazioni
internazionali di Governo locale, sostenendo il loro processo di
unificazione;
• sviluppare e promuovere la cooperazione decentrata come
uno strumento efficace per lo scambio di buone pratiche, apprendimento,
sviluppo e creazione di competenze, partendo da iniziative come
“Cities Alliance”;
• aumentare l’aiuto pubblico allo sviluppo, dedicando
almeno lo 0,7% del PNL a programmi di cooperazione con i Paesi in
via di sviluppo, annullare il debito improduttivo dei Paesi poveri
fortemente indebitati e assicurare che una proporzione significativa
delle risorse così ottenute o liberate sia riservata ai programmi
(soprattutto in materia di cooperazione decentralizzata) e ai servizi;
• stabilire un nuovo scenario di governance economica mondiale,
favorendo equi scambi economici e integrando la dimensione sociale
con quella ambientale;
• lavorare per una decentralizzazione effettiva e il rafforzamento
degli enti locali e dei loro network, attraverso il dialogo e altri
processi approvati dagli Stati membri nella Commissione ONU sugli
Insediamenti Umani e l’Assemblea Generale, identificando i
principi chiave e favorendo un contesto legale appropriato per raccogliere
le sfide di Agenda 21 e Habitat Agenda;
• riesaminare l’impatto della liberalizzazione economica
sui servizi pubblici, al fine di mantenere i fondamentali servizi
di interesse pubblico e di assicurare che i fattori sociali ed ambientali
siano presi in considerazione in maniera adeguata nel processo decisionale;
• preservare i più delicati principi ecologici mondiali,
soprattutto l’impegno concreto di tutti gli Stati per applicare
le convenzioni sul Cambiamento climatico e la Biodiversità.
Conclusioni
10. Viviamo in un mondo sempre più interconnesso e interdipendente.
Il locale e il globale sono una cosa sola. Il Governo locale non
può isolarsi e guardare solo al proprio interno. Combattere
la povertà, l’esclusione e il degrado ambientale non
è soltanto un imperativo morale ma corrisponde a una imprescindibile
necessità. A dieci anni da Rio è tempo che tutti gli
ambiti di governo e tutti i partner agiscano. E l’azione locale,
nella solidarietà, può muovere il mondo.
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